Biancaneve e i sette piani
👨🏻💻 Perbacco! #33 - Crisi climatica e strategie per gli impianti sciistici. Più qualche dato su questa newsletter
Non ho mai sciato veramente in vita mia. Le mie uniche esperienze risalgono a quando avevo 13-14 anni, giusto qualche domenica invernale con mio padre che portava me e mia sorella in stazioni sciistiche accovacciate sulla Majella come Passo San Leonardo o Roccaraso.
Non abbiamo mai preso una lezione da un maestro. Non sapevamo né curvare né frenare, perciò le discese di trasformavano spesso in veri e propri tuffi nella neve, specie se qualche malcapitato ci si parava davanti. A fine giornata tornavamo a casa con il sedere bagnato, qualche indolenzimento e la sensazione di aver sciato.
La voglia di guidare sulla neve di mio padre svanì presto, sci e scarponi divennero rapidamente fuori taglia, e così, dopo un paio di striminzite stagioni, finirono in soffitta ad accumulare polvere.
A guardare alcuni dati, la stessa fine potrebbe toccare all’attrezzatura da sci di molti appassionati. Se le ultime stagioni, a seconda dei casi, si sono salvate grazie a qualche tempestiva nevicata oppure sono state decisamente negative, le prospettive future sono tutt’altro che rosee bianche.
Secondo uno studio pubblicato a luglio scorso sulla rivista Nature Climate Change, con un aumento della temperatura globale di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, più del 50 per cento delle località sciistiche europee sarebbero a “rischio molto elevato di scarsità di neve“.
Benvenuta, benvenuto, io sono Antonio Di Bacco e questo è il nuovo numero di Perbacco! - la newsletter su sostenibilità, etica, marketing e comunicazione. Se non lo sei già, puoi iscriverti da qui:
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Che la scarsità di neve dipenda dalle attività umane è ormai provato. L’ultimo studio in merito è stato pubblicato su Nature due giorni fa.
Anche l'industria sciistica europea, che vale oltre 27 miliardi di euro, ospita l'80% delle stazioni sciistiche del mondo con oltre un milione di visite giornaliere all'anno, deve perciò fare i conti con il cambiamento climatico, considerare l'impatto che questa attività ha sul clima e la crescente sensibilità sui temi ambientali anche da parte di chi va a sciare in montagna.
Con o senza neve
Per ovviare al problema, la soluzione più diffusa è certamente la produzione di neve artificiale, che però richiede il consumo di ingenti quantitativi di acqua ed energia.
Ci sono anche progetti di snow-farming, una tecnica di conservazione della neve che prevede l’utilizzo di teli geotermici realizzati con fibre di alluminio, intervallati da strati isolanti di ovatta. I teli hanno azione riflettente per impedire ai raggi UVA di penetrare e vengono legati uno all’altro con un sistema di velcri e cuciture a filo. Tra gli esperimenti pioneristici in questo senso c’è quello di Riale, in Val Formazza (Piemonte).
Sembrano però più lungimiranti le strategie di diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica. Escursionismo, percorsi per mountain bike, apertura di parchi avventura, centri benessere, strutture termali, organizzazione di eventi e conferenze sono tra le operazioni che possono aiutare le aree a vocazione sciistica a riposizionarsi come destinazioni appetibili per tutto l'anno, riducendo la dipendenza dalla sola stagione invernale.
L’esperienza di Prali in Piemonte sembra indicare proprio questa strada rispetto all’alternativa di mettere in vendita un’intera stazione sciistica come è successo per Carona, sulle Alpi Bergamasche.
In Germania, vicino Dortmund, un ex ski resort in crisi da anni per l’assenza di neve, è stato trasformato in una meta ambitissima per gli appassionati di mountain bike. Con un minimo investimento, gli impianti di risalita con gli sci sono diventati impianti di risalita con le bici grazie ad una semplice innovazione di prodotto: l’EasyLoopSystem, un adattatore compatibile con qualsiasi bici. Si aggancia al manubrio e si sale in sella alla propria bici.
A Fai della Paganella, in Trentino, hanno intuito le potenzialità. Il giorno stesso della chiusura della stagione invernale, si riapre quella dedicata ai bikers, che secondo le stime fruttano anche di più: ogni euro speso da un ciclista vale sei o sette volte l'euro speso da uno sciatore.
Oltre a diversificare e destagionalizzare bisogna però anche agire per limitare o neutralizzare l’impatto sull’ambiente.
Green ski-pass
Uno studio pubblicato nel 2022 ha indicato che la crescente sensibilità ambientale potrebbe portare ad una maggiore propensione a pagare di più per i servizi offerti dagli sky resorts, sempre che le iniziative in ottica sostenibile siano adeguatamente documentate e evidenziate. Verifiche di carattere empirico potrebbero avvalorare questi dati, ma nel frattempo alcuni ski resorts stanno già lavorando per darsi una veste più eco-sostenibile. Tra le possibili azioni ci sono:
Iniziative per raggiungere la carbon neutrality e le emissioni nette zero attraverso l'uso di fonti di energia rinnovabile, impianti di innevamento ad alta efficienza energetica e operazioni a basso impatto ambientale, come succede già in alcune località italiane (Alta Badia, La Thuile, Madesimo, Pejo e altre in tutto il mondo elencate qui)
Piani di conservazione del territorio e tutela della biodiversità, ripristinando le aree forestali interessate dal resort e promuovere la protezione della biodiversità per mitigare l'impatto ambientale delle attività del resort sciistico. Un esempio è la Taos Ski Valley in New Mexico (USA), unica stazione al mondo con la certificazione B-Corp, grazie ad un impegno costante nel tracciare, ridurre e compensare le emissioni di carbonio
Implementazione di programmi di riduzione e riciclaggio dei rifiuti che coinvolgono impianti di risalita, bar, ristoranti e strutture di accoglienza, oltre che ovviamente la sensibilizzazione degli stessi utenti.
In questo modo le stazioni sciistiche possono ridurre significativamente il loro impatto ambientale e contribuire alla sostenibilità complessiva delle esperienze di sci alpino.
In Italia le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 hanno già fatto discutere parecchio, specie a proposito della pista da bob e degli ingenti costi di costruzione e ambientali che avrebbe, tanto da paventare l’utilizzo di quella già esistente a St. Moritz.
Per rispondere alle sfide poste dalla crisi climatica in corso, anche a riguardo dell’industria sciistica, inutile girarsi dall’altra parte o mettere solo toppe temporanee. Le ricette dovrebbero ricadere sempre su tre concetti fondamentali: adattamento, mitigazione e sviluppo sostenibile.
Una visione di lungo periodo che almeno in Italia sembra ancora piuttosto lontana dall’attuazione, come conferma la destinazione dei fondi definita pochi giorni fa dal nostro Ministero del Turismo.
👓 Spunti e appunti
A proposito di attrezzature da sci: il progetto di riciclo degli scarponi e le nuove logiche di eco-design sviluppate da Tecnica. (EconomiaCircolare.com)
Quante nano plastiche ci sono nell’acqua in bottiglia? In media 250.000. I risultati di uno studio su 5 marche statunitensi. (Ohga)
Cittadini dell’isola di Bonaire, nei Caraibi olandesi, fanno causa ai Paesi Bassi perché non stanno facendo abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici. (The Guardian)
Biciclette per bambini che crescono insieme a loro: il prodotto (bici) diventa un servizio (bici a noleggio) con Bike Club. (Materia Rinnovabile)
Una catastrofe anche climatica: le emissioni generate durante i primi 2 mesi della guerra a Gaza sono state superiori all’impronta di carbonio annuale di oltre 20 delle Nazioni più inquinanti al mondo. (La Svolta)
Arte, biodiversità e inclusione sociale nel progetto fotografico di Siân Davey. (The Guardian)
Forse l’hai già fatto, ma se non hai ancora ascoltato Wild Baricco, ti consiglio di farlo. Si parla di scuola, comunicazione, politica, cultura, scrittura. Un’intervista di due ore che passano alla velocità della luce. (Il Post su Spotify)
🎈E per finire in leggerezza…
Festeggiamo il compleanno. 🎂 Perbacco! compie un anno proprio in questi giorni. In 33 numeri della newsletter ho sempre cercato di calibrare le parole per aggiungere valore alla discussione, senza aumentare il rumore, indagando non solo i problemi ma soprattutto le soluzioni nei settori più disparati.
Calcio, trasporti aerei, auto elettriche, green washing, cinema, packaging, l’etica nella comunicazione così come nel design, energie rinnovabili, AI, l’attivismo dei brand, città più vivibili e tanto altro. Persino il concetto di economia circolare applicato al parrucchiere e le multipotenzialità del capello.
Ora che ci avviciniamo agli 800 iscritti partendo letteralmente da zero, senza un network preesistente né pubblicità a pagamento, condivido qualche dato in più.
Il tasso di lettura è stato sempre superiore al 50%, con picchi fino al 60%. Tra i numeri più letti ci sono quelli sulla Teoria del Golden Circle, il numero speciale sui Lego Braille e l’inclusione sociale e quello sull’impatto dell’aria condizionata, pur se a scaldare di più il cuore ❤️ è stata la puntata dedicata al cibo e al consumo di carne.
Ho iniziato questo faticoso e stimolante viaggio quasi per gioco, ma ho imparato molto dalle ore passate davanti allo schermo per studiare, scrivere, correggere e tagliare, cercando di usare il giusto tono e rispettare chi legge.
Perciò voglio ringraziare voi che leggete (uso per una volta il plurale), chi mi ha dato fiducia fin dall’inizio e chi si è unitə strada facendo.
Cercherò di affrontare le prossime tappe con lo stesso impegno, fornendo sì un punto di vista, ma sempre partendo da fatti, dati, ricerche, spesso con un pizzico di ironia (specie nei titoli 😅) e qualche emozione difficile da trattenere quando parliamo del nostro pianeta, di chi ci vive e soprattutto di chi ci dovrà vivere in futuro.
Se vuoi aiutarmi a migliorare puoi rispondere a queste 5 brevi domande.
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Chi sono
Mi chiamo Antonio Di Bacco e mi occupo di strategia, marketing e comunicazione, senza mai dimenticare la sostenibilità.🌍
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Come sempre una puntata super documentata: la questione dei costi energetici per l'innevamento e il ripensamento delle attività in montagna sono questioni che sento molto.
Mi capita spesso di parlarne con amici e conoscenti, anche se molte volte mi pare di parlare nel vuoto.
Grazie per il focus e le tanti fonti, e soprattutto buon compleanno a Perbacco! 🥳
Bravo Antonio. Gran bella newsletter