Antò, fa caldo!
👨🏻💻 Perbacco! #23 - Aria condizionata e soluzioni alternative per le estati roventi che ci aspettano, con tanto di fotografie
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco, consulente di strategia, marketing e comunicazione. Questa puntata di Perbacco! ti farà sentire più fresco. O forse no. Lo scopriremo alla fine. Partiamo!
Era il 2001 quando una semi-sconosciuta Luisa Ranieri interpretò uno spot che diventò cult in quegli anni e un vero tormentone specie per chi come me si chiama Antonio.
Nella calura estiva, grondante di sudore sul letto di casa, lei respinge le avances del suo focoso compagno ripetendo “Antò, fa caldo!” fin quando arriva l’auspicato refrigerio direttamente dal frigo.
Se non ricordi quello spot lo puoi rivedere qui, ma di certo il concetto di estate rovente ti dovrebbe essere familiare.
Stiamo di nuovo attraversando una stagione caratterizzata da eventi climatici estremi e temperature oltre la soglia di guardia. Vale per l’Italia e per molti altri paesi europei come Grecia e Spagna, così come le altre zone tropicali del resto del mondo.
E sappiamo bene che non si tratta di stagioni eccezionali che non si ripeteranno in futuro. Sarà piuttosto la norma, con un numero crescente di giorni in cui la temperatura supererà i 32° e ondate di calore sempre più frequenti.
Quanto è condizionata l’aria?
Avere un condizionatore in casa è in Italia prerogativa di molti. Il 39% delle case ne ha uno. Se allarghiamo l’orizzonte a livello globale vedremo che questo dato dipende essenzialmente da 3 fattori:
condizioni climatiche, intese non solo come temperature medie, ma anche come tasso di umidità
condizioni socio-economiche, cioè la disponibilità di reddito e la possibilità di acquistare condizionatori e pagare le bollette dell’energia
cultura, cioè quel mix di fattori che include anche la nozione di comfort termico, cioè la condizione mentale che esprime la soddisfazione per l'ambiente termico ed è frutto di una valutazione soggettiva
Questo spiega perché in alcuni paesi come USA, Giappone, Australia, la diffusione di apparecchiature per l’aria condizionata è largamente più diffusa rispetto ad altri paesi.
I dati che trovi di seguito e la fotografia che vedrai più giù provengono dal progetto di ricerca scientifica e fotografica intitolato The cooling solution, realizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e parte integrante dello studio denominato EnergyA. Ringrazio l’esperto di comunicazione scientifica Jacopo Crimi e la fotografa Gaia Squarci per aver risposto con generosità alle mie domande e curiosità.
I grafici qui sopra mostrano non solo quanto sia più o meno radicato l’uso dell’air conditioning nelle case dei residenti di alcuni paesi al mondo, ma anche quanto questo crescerà da qui al 2050.
Dimostrano che l’aumento della domanda si verificherà in paesi come Spagna, Francia e la nostra Italia, ma anche che in valori assoluti (considerando il numero di abitanti) la domanda crescerà moltissimo in nazioni emergenti come India e Indonesia, oltre che in Cina.
Ad incidere saranno fattori come l’aumento delle temperature medie e l’urbanizzazione, mentre nei Paesi tropicali il previsto aumento delle condizioni economiche medie dovrebbe far raddoppiare la diffusione dei condizionatori nei prossimi due decenni.
Impatto ambientale
Considerando pure che aumenterà non solo il numero di condizionatori nelle case ma anche l’intensità d’uso, si possono intuire le conseguenze sui consumi energetici e l’impatto ambientale. Se la vediamo invece dal punto di vista di chi produce e commercializza questi apparecchi e fornisce energia elettrica, quei grafici rappresentano delle ghiotte opportunità di mercato.
Sui consumi ad incidere è il livello di efficienza degli apparecchi più venduti, ben al di sotto di quanto prescritto dagli standard di rendimento energetico, ma decisamente più economici per molte famiglie.
Se il raffreddamento degli ambienti fosse un Paese, oggi consumerebbe l'intera elettricità generata in India, pari a circa 2.000 terawattora. Le proiezioni future indicano tutte un forte aumento della domanda globale di elettricità per il raffreddamento, dell'ordine del 7% entro il 2050 e del 18% nel 2100.
Poiché i nostri sistemi energetici sono ancora fortemente dipendenti dai combustibili fossili, la crescita dei consumi per l'aria condizionata sarà responsabile di un'enorme quantità di emissioni nei prossimi 30 anni, da 7 a 17 milioni di tonnellate di CO2 all'anno in Europa e da 38 a 160 milioni di tonnellate all'anno solo in India.
Impatto sociale
L’altro elemento che emerge fortemente dall’analisi sulla diffusione dei sistemi di air conditioning sono le diverse condizioni abitative che caratterizzano fasce diverse della popolazione. Chi è in condizioni di povertà subisce ancor di più l‘aumento delle temperature e questo aspetto spiega meglio della geografia e delle condizioni climatiche chi può e chi non può permettersi l’aria condizionata in casa.
Esiste il concetto di povertà energetica: una famiglia è considerata in condizioni di povertà energetica se le spese legate all'energia superano il 10% del reddito totale.
Le persone che vivono in comunità svantaggiate se possono ricorrono ad un ventilatore (in India solitamente persino prima di acquistare un frigorifero), ma spesso devono affidarsi esclusivamente all'acqua come principale soluzione di raffreddamento. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, l'acqua disponibile negli insediamenti informali, come baraccopoli o favelas, non è sicura per bere e lavarsi, e può essere veicolo di altri problemi di salute.
Le soluzioni a disposizione
Per ovviare al problema le parole d’ordine sono adattamento e mitigazione, dato che nei prossimi decenni l'umanità dovrà adattarsi all'inevitabile aumento delle temperature e, allo stesso tempo, evitare che queste aumentino ulteriormente.
Cosa fare per ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera e limitare il consumo energetico? Una lista di azioni e soluzioni dovrebbe includere:
la decarbonizzazione della fornitura di energia elettrica e il ricorso a fonti energetiche non fossili
incentivi per il ricorso a fonti alternative
politiche che responsabilizzino l’uso di sistemi di raffreddamento (e riscaldamento) fissando le temperature massime e minime consigliate, come già in parte avviene
l'aumento dell'efficienza energetica degli apparecchi di raffreddamento
l’adeguato isolamento termico degli edifici, magari moltiplicando i Net Zero buildings (quegli edifici che riescono a produrre in loco una quantità di energia rinnovabile pari a quella utilizzata annualmente dallo stesso edificio) come questi o questo (lo trovi anche nella galleria di The cooling solution)
la diffusione di tetti e le terrazze verdi (qui una bella carrellata ad alto budget, qua invece il progetto portato avanti nelle favelas brasiliane)
una più oculata gestione degli spazi pubblici e del verde in città, ricorrendo anche a soluzioni come tende o tensostrutture ricoperte di vegetazione, le Green Shades
la modifica di alcune routine quotidiane cambiando gli orari di lavoro e di sonno
un dress code meno stringente in alcuni contesti di lavoro come stanno già facendo alcune aziende e favorire il più possibile condizioni di lavoro adeguate come già suggerisce l’Agenzia per la Salute e la Sicurezza dei lavoratori del Regno Unito
Ci sono poi idee semplici ma efficaci, come quella di vendere condizionatori preimpostando la temperatura di esercizio a 21 gradi invece che a 16. Perché pure la pigrizia nel programmare il condizionatore è un fattore chiave, come dimostrano da tempo alcuni studi scientifici (1 e 2).
Potremmo persino prendere spunto dalla saggezza e ingegnosità delle culture antiche. In India, nella regione del Rajasthan, l’Amer Fort (o Amber Fort) è una delle maggiori attrazioni turistiche. Una imponente costruzione datata 1592 dove un clima fresco è creato artificialmente dai venti che soffiano su una cascata d'acqua all'interno del palazzo.
Nella nostra Palermo gli Arabi hanno lasciato in eredità un altro magnifico esempio di architettura bioclimatica, la Zisa (costruita tra 1165 e il 1180), dove precisi elementi architettonici sono stati creati con funzionalità estetiche e climatiche.
Non mancano quindi le soluzioni per favorire l’adattamento e la mitigazione alle sempre più alte temperature che ci aspettano. Riusciremo a cambiare anche alcuni aspetti culturali?
Per ora … “Antò, fa (sempre più) caldo!”
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👓 Spunti e appunti
A proposito di fotografia, una galleria di foto aeree tanto spettacolari quanto drammatiche scattate sul delta del fiume Colorado, anche lui alle prese con la siccità
Un nuovo tipo di vetro potrebbe quasi dimezzare le emissioni di anidride carbonica della produzione vetraria
Ricaricare l’auto elettrica mentre si guida in autostrada grazie ad un sistema ad induzione. Batterie più piccole e minori rifornimenti. A settembre il via ai lavori per il primo test in Francia.
Parafrasando un vecchio motivetto elettorale: “E menomale che Lula c’èeeee!”. In meno di un anno, il governo brasiliano ha ridotto la deforestazione dell'Amazzonia del 60%
Il curioso esperimento dei punti vendita Penny in Germania. Aumenta i prezzi di alcuni cibi fino al 94% per sensibilizzare verso i danni ambientali della filiera alimentare.
Le funivie come mezzo alternativo e più sostenibile per il trasporto in città. E’ già realtà a La Paz, Città del Messico e Singapore.
Sei capace di raggiungere il Net Zero e salvare il pianeta dai peggiori effetti del cambiamento climatico? Mettiti alla prova tramite il gioco creato dal Financial Times sulla base di ricerche scientifiche e modelli previsionali. Ti assicuro, mica facile!
🎈E per finire in leggerezza…
Visto il tema della puntata che ne dici di una bella avventura tra i ghiacci per sentirti naturalmente al fresco?
Ti consiglio il libro di Ernest Shackleton “Sud. La spedizione dell’Endurance”. Un racconto eccezionale sulla caparbietà di uomini visionari e coraggiosi che furono tra i primi ad esplorare il Polo Sud con i mezzi disponibili a ridosso della Prima Guerra Mondiale. Un’impresa epica, non un romanzo ma una storia vera, ricostruita attraverso i diari di bordo di Shackleton e compagni.
Se riesci compralo in una libreria fisica e non sul solito sito di e-commerce. Qui il link all’editore.😉
Perbacco! farà pausa a metà agosto per tornare più pimpante che mai il 1 settembre. Intanto mille grazie a chi ha già risposto al mini questionario su come migliorare Perbacco! Se non lo hai ancora fatto, lo trovi qui sotto.
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Molto interessante il giochino del Financial Times, fa capire quanto sia complessa la gestione del problema e quante variabili vi siano in gioco. Più che istruttivo (l'ho condiviso con mezzo mondo).