È l'AI, bellezza!
👨🏻💻 Perbacco! #45 - La campagna di Dove sull'impatto dell'AI, il Cybertruck di Tesla e le regole per il lavoro da remoto di Dell
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco e questo è un nuovo numero di Perbacco! - la newsletter su sostenibilità, strategia, marketing ed etica.
Questo episodio ha un formato un po’ diverso dal solito. Non un singolo argomento principale e poi una serie di spunti e appunti, ma tre spunti discussi brevemente.
È un esperimento, vediamo se vi piace e se funziona. Magari la prossima puntata torna al suo formato originale oppure no. Puoi scrivere un commento o rispondere a questa newsletter per dirmi cosa ne pensi.
Ora cominciamo!
Dove vAI
Ci sono brand che hanno un’identità molto forte, che nel tempo si sono ritagliati un posizionamento ben preciso e una riconoscibilità evidente.
Uno di questi è Dove, brand del gruppo Unilever che da decenni punta sul concetto di bellezza reale.
Nella sua ultima campagna chiamata The Code (Il Codice), Dove analizza l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla bellezza, sull’ideale di bellezza prevalente e su come può essere superato.
Un modo per contrastare i pregiudizi sociali preesistenti, bias derivanti dalla grande mole di dati su cui gli strumenti di AI generativa sono stati costruiti e allenati (trainati) e da cui derivano immagini di donne spesso distanti dalla realtà.
La campagna non consiste solo in uno spot e qualche pagina web a supporto. L’azienda ha pubblicato anche il Real Beauty Prompt Playbook, una vera e propria guida per generare prompt (le istruzioni date alla macchina) e immagini tramite strumenti di intelligenza artificiale generativa (es. MidJourney, Stable Diffusion).
L’intento è di aiutare a creare immagini che siano il più possibili vicini alla bellezza reale delle persone, più che ad un fantomatico suo ideale.
La guida contiene molti esempi e veri e propri consigli pratici, a partire da una regola di base: usare prompt dettagliati facendosi ispirare dalla realtà, da immagini reali di persone reali, per evitare che l’immagine creata dall’AI ignori questi aspetti.
Dettagli fisici come l’altezza, la forma del corpo, il colore dei capelli, il tono e le caratteristiche della pelle, l’uso di particolari indumenti (sciarpe, sari, hijab, turbanti), sono elementi che possano garantire una più ampia rappresentazione di certe persone e di certe culture.
La loro inclusione nel prompt permette di raggiungere un risultato migliore e più credibile, più reale.
Ancor di più se si è capaci di inserire i soggetti in ambienti e contesti realistici, di lavoro o di svago.
È una questione di linguaggio, di rappresentazione e di rappresentatività. Inteso non solo come linguaggio per le macchine, ma anche come nostro vocabolario di riferimento.
Se ti interessa, puoi scaricare la guida sull’AI pubblicata da Dove da questo link:
Vallo a dire a Dell
Dalla pandemia in poi il lavoro da remoto si è diffuso moltissimo, con riscontri solitamente molto positivi da parte dei dipendenti. Non sempre la pensano così le aziende, dove si teme un calo della produttività e una perdita di cultura aziendale.
Dell, tra i maggiori produttori di pc al mondo, a febbraio ha introdotto una nuova regola: chi sceglie di lavorare da remoto non è idoneo a una promozione o a un cambiamento di ruolo.
L’obiettivo era far tornare in massa i lavoratori in ufficio, ma così non è stato.
La nuova policy chiedeva ai lavoratori di scegliere tra lavoro ibrido e lavoro totalmente da remoto.
Nel primo caso la richiesta è di presenziare in ufficio per 39 giorni a trimestre, quindi circa 3 giorni a settimana, con un monitoraggio delle strisciate dei badge, da cui deriva una classificazione per colore a seconda di quanto sia stata rispettata questa indicazione: blu, verde, gialla o rossa ogni trimestre.
Qualche dipendente ha detto di sentirsi trattato come all’asilo.
Le persone che invece hanno optato per continuare a lavorare solo da remoto non sono ritenute più idonee ad alcuna promozione e sono perciò escluse dai processi di crescita interna.
A distanza di alcuni mesi dall’introduzione di queste regole, la percentuali di lavoratori che hanno deciso di rinunciare al lavoro da remoto per tutta la settimana è di circa il 50%, molto meno del previsto.
Alla base di questa decisione ci sono varie motivazioni.
C’è chi fa parte di team di lavoro dislocati in varie parti del mondo secondo fusi orari differenti, quindi avrebbe poco senso andare in ufficio negli orari previsti per poi tornare a casa per continuare il lavoro, ma ovviamente incide molto anche la ricerca di un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.
Tempo prezioso da dedicare alle faccende di casa, alla famiglia, agli amici, ai propri hobbies, oltre al risparmio dovuto ai minori costi per recarsi in ufficio.
Dell ha dichiarato di credere che “i rapporti lavorativi in presenza abbinati a un approccio flessibile siano fondamentali per guidare l’innovazione e la crescita di valore.”
La cultura aziendale è fatta di valori, credenze, comportamenti e pratiche che caratterizzano e influenzano il modo in cui un'organizzazione opera.
È l'ambiente sociale e psicologico dell'azienda, che si manifesta attraverso le modalità di interazione tra i dipendenti, il modo in cui vengono prese le decisioni e il livello di innovazione e adattabilità presente all'interno dell'organizzazione.
Se è vero che la condivisione di un luogo e la possibilità di parlarsi faccia a faccia possono aiutare la comprensione reciproca e la comunicazione interna, la fiducia nei confronti delle persone e la capacità di creare un clima positivo e aperto al confronto dovrebbero essere un elemento imprescindibile di un’organizzazione moderna basata sulla responsabilizzazione dei singoli e il rispetto di ruoli e persone.
Cybertruck o cyber trucco?
La Tesla ha richiamato per la quarta volta in sette mesi migliaia di Cybertruck, i suoi pick-up messi in vendita alla fine dello scorso anno con un design squadrato molto riconoscibile.
Sul sito viene definito come un veicolo “costruito per essere utilizzato su ogni pianeta”.
Un veicolo elettrico sì, ma con dimensioni molto maggiori rispetto alla media, tra i più grandi in assoluto, tanto da avere una massa complessiva di circa 3 tonnellate.
Una mega auto che sul mercato statunitense, l’unico dove al momento è venduto, costa intorno ai 60.000 $ e che in passato aveva fatto discutere già prima della sua commercializzazione.
Epica la presentazione in cui Elon Musk voleva pomposamente dimostrare la resistenza dei vetri blindati e antiproiettile del pick-up, finita con i finestrini sfondati dal lancio di una biglia di metallo.
La messa sul mercato, prevista nel 2021, fu ritardata fino a novembre 2023, ma da allora non sono mancati i problemi. Si va dalle recensioni negative per la qualità dei materiali e l’assemblaggio, ai problemi alla carrozzeria che tende ad arrugginire, tanto che alcuni proprietari consigliano di non esporla subito al sole dopo averla lavata o di asciugare il veicolo dopo la pioggia.
Altri richiami hanno riguardato problemi di sicurezza: dal tergicristallo che potrebbe smettere di funzionare in qualsiasi momento al rivestimento del pianale del pick-up che potrebbe staccarsi finendo contro altri veicoli, fino al componente del pedale dell’acceleratore che poteva allentarsi causando problemi di sicurezza alla guida.
Negli anni scorsi le prenotazioni che l’azienda aveva raccolto per il Cybertruck sono arrivate a 2 milioni, perciò per ora non sembrano esserci particolari riflessi sulla domanda.
Però un domanda me la farei… Ne vale veramente la pena?
PS. Della diffusione dei SUV e degli effetti collaterali avevo parlato nella scorsa puntata. La trovi qui:
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Rimane sempre un dubbio: ma l'essere umano si rende conto della responsabilità che lo coinvolge abitando questo pianeta? Mi riferisco soprattutto al SUV. C'è un vecchio adagio che suona all'incirca così: un imbecille trova sempre un imbecille più di lui che lo sta a guardare.