Va dove ti porta il circo
👨🏻💻 Perbacco! #48 - Spettacoli che incantano e curano l'anima e altri ormai insostenibili
Torna Perbacco! dopo la pausa estiva con un numero circense. E poi come un trapezista saltiamo a parlare di anatre salve e olio d’oliva rubato.
Partiamo con i cammelli.
Cammelli ma soprattutto scimmie
A metà agosto, mentre ripartivo da Silvi Marina, sulla costa abruzzese, ho strabuzzato un po’ gli occhi alla vista di due cammelli (e quattro gobbe). Erano a poca distanza dal ciglio della strada. Sullo sfondo, un tendone da circo.
Nel 2024 ancora cammelli al circo? E io che pensavo si fossero estinti! (gli spettacoli con gli animali, non i cammelli).
Avevo forse ancora 9 anni quando sono andato al circo per la prima volta. Un tendone si era piazzato all’ingresso del paese e aveva fatto circolare tra le classi delle scuole elementari l’immancabile e imperdibile buono sconto da far valere all’ingresso.
Non ricordo nulla dello spettacolo, se non un particolare: una scimmietta che, con il suo accompagnatore, pian piano si spostava sempre più in alto sulle gradinate per offrire una risata chilometrica e un caloroso abbraccio agli spettatori.
Per almeno 20 minuti ho stretto tutto il possibile, sperando che non fosse mai arrivata da me. Desiderio esaudito.
Non ci sono mai più tornato.
Sole e strisce
A estinguere il settore delle arti circensi ci ha provato in realtà il coronavirus. A marzo 2020 il Cirque du Soleil, all’apice del suo successo planetario, è passato in 48 ore da 1 miliardo di dollari a zero ricavi.1
Fondato a Montreal nel 1984, ha dato vita ad un formato innovativo. Si è concentrato sulle abilità umane e sull'espressione artistica piuttosto che sui numeri degli animali, ormai sempre più insostenibili, ridefinito l'esperienza circense e fondendo elementi teatrali con l'acrobazia e la narrazione.
Ha reso irrilevante la concorrenza tradizionale e attirato un nuovo pubblico, in particolare adulti disposti a pagare prezzi elevati per spettacoli unici. Una strategia oceano blu2 da manuale.
Poi è arrivato il cigno nero del 2020 che ha mandato all’aria tutti gli spettacoli dal vivo.
Passata la bufera, il “Circo del Sole” ha pian piano ripreso le attività ed è tornato ad allietare gli spettatori un po’ in tutto il mondo.
Lo stesso continuano a fare lungo la penisola altri nomi noti, come i vari Togni ed Orfei, che insistono sui loro cavalli di battaglia: clown e trapezisti, ma anche tigri, leoni, elefanti, giraffe e ippopotami.
E’ ancora sostenibile un circo del genere?
Di certo si rivolgono ad un pubblico tendenzialmente diverso, con prezzi nettamente differenti, ma se tralasciamo questo aspetto, sembra evidente che prospetticamente il circo come è stato concepito nel ‘900 è destinato a chiudere o a evolvere definitivamente.
Lo dicono ormai chiaramente le leggi esistenti un po’ in tutto il mondo (oltre 50 paesi , di cui 23 appartenenti all’UE), che vietano l’uso di animali selvatici in spettacoli circensi.3
Anche in Italia, il 13 luglio 2022, è stata approvata dalla Camera dei Deputati la legge per lo spettacolo che abolirebbe l’utilizzo degli animali nei circhi e altri spettacoli viaggianti.
Nel testo si sottolinea che “gli animali selvatici nei circhi sono costretti ad assumere comportamenti mai visti in natura e, sebbene alcuni di essi siano allevati in cattività da decine di generazioni, continuano comunque a seguire il comportamento tipico dei loro omologhi selvatici… il benessere degli animali selvatici è sempre gravemente compromesso”.
Ma come succede spesso da queste parti, manca ancora l’attuazione di un Decreto Legislativo che renda definitivo il divieto. Anzi ad inizio agosto il Governo ha ottenuto l’ok dal Parlamento per rimandare di altri 12 mesi l’emanazione del decreto attuativo del Codice dello Spettacolo.4
La teoria è cambiata, la pratica no.
Un circo sostenibile e da sostenere
Da un po’ di tempo ho scoperto l’esistenza di un circo particolare. Ad ogni foto o video postato sui social provo un senso di ammirazione e di bellezza, di passione e compassione.
Si chiama Free Gaza Circus e mira a diffondere le arti e la cultura circensi nella Striscia di Gaza e portare sollievo, speranza e gioia ai bambini di Gaza in queste terribili circostanze.
Nei loro post si vedono artisti che si allenano in mezzo alle macerie, che saltano tra pezzi di cemento e polvere, ma soprattutto si vede la gioia pura scatenata da clown, acrobati, trampolieri e giocolieri, attorniati da nuvole di bambini sorridenti, estasiati.
Tra campi profughi, tende, cibi razionati e allarmi improvvisi, la magia del circo è ancora capace di portare il sorriso sul viso di bambini che non hanno colpe, se non quella di essere nati su una delle terre più contese di questo mondo.
Perché sì, nelle zone di guerra c’è bisogno di medici per il corpo, ma anche per l’anima.
Anatre salve?
Restiamo per un attimo sul tema del trattamento degli animali e delle soluzioni alternative e parliamo di foie gras coltivato.
Una startup, ovviamente francese, dopo alcuni anni di studi ed esperimenti, ha chiesto l'approvazione normativa per il suo foie gras da carne coltivata a Singapore, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nell'UE e in Svizzera.5
Si tratta della prima richiesta di carne coltivata nell'UE. In questo caso si tratta di anatra coltivata, che sarà utilizzata per produrre il foie gras, una prelibatezza tutta francese che suscita preoccupazioni per il benessere degli animali e per l'ambiente.
Il foie gras ha una lunga storia e tradizione, ma è sempre più osteggiata per il metodo crudele con cui viene prodotta, tanto che la sua produzione è stata vietata in alcuni stati: India, Argentina, Germania, Norvegia, Polonia, Turchia e anche l’Italia.
D’altra parte i costi della carne coltivata rimangono proibitivi, perciò puntare sulla fascia alta del mercato potrebbe avere più senso dal punto di vista finanziario.
Si troverebbe a competere con i prezzi del foie gras tradizionale che sono molto più alti di altre carni come quelle di manzo e pollo, aumentando così le possibilità di successo della startup.
Potrebbe diventare un cibo più accettabile se prodotto in modo molto diverso?
Prezzi climatici
E’ evidente a chiunque faccia regolarmente la spesa al supermercato: il prezzo dei beni alimentari a partire dal 2022 è aumentato notevolmente.
Uno studio pubblicato su Nature6 dimostra quanto l’aumento dei prezzi dipenda dal cambiamento climatico.
L'inflazione alimentare europea varia ogni anno e generalmente si mantiene al di sotto del 5%, ma può raggiungere picchi molto più elevati. I tassi sono saliti fino al 19% in alcune periodi del 2022 e del 2023.
Hanno avuto un peso anche i conflitti geopolitici, gli alti costi dei fattori produttivi e l’aumento della domanda di beni di consumo, ma i prezzi di alcuni prodotti, come l’olio d’oliva e il succo d’arancia, hanno avuto variazioni molto più elevate proprio a causa della siccità e delle ondate di calore che hanno impattato sulla produzione in Spagna, Grecia ed Italia.
Addirittura in Spagna l’olio d’oliva è il prodotto più rubato nei supermercati di tutto il paese, per essere poi rivenduto dalla criminalità organizzata tramite altri canali.
Secondo questo studio, le variazioni climatiche previste per l'Europa entro il 2035 andranno ad amplificare l'inflazione sui prodotti alimentari del 30-50%.
Non agire significa mettere mano al portafoglio. Ammesso che ci sia ancora qualcosa da prendere.
È tutto per questo numero di Perbacco! Spero che il circo ti abbia portato dove sta il cuore, come il titolo del best seller di Susanna Tamaro “Va dove ti porta il cuore”. Mai letto, ma il titolo mi ha sempre ispirato e magari ti farà cliccare sul ❤️ giù in fondo se ti è piaciuta questa puntata. Puoi anche condividerla con chi potrebbe apprezzarla.
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Io sono Antonio Di Bacco e aiuto le aziende a capire come migliorare i propri risultati rendendosi più sostenibili.
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Sul Financial Post, il racconto di come il Cirque du Soleil sia passato da 1 miliardo a zero euro di fatturato in 48 ore.
Un bell’articolo dell’Harvard Business Review sulla strategia oceano blu adottata da Cique du Soleil.
Sul sito di Four Paws (quattro zampe) c’è una lista aggiornata di tutti i Paesi che hanno già vietato l’uso di animali selvatici nel circo.
Qualche informazione sulla legge e il decreto che vieterebbero gli animali nei circhi su Greenme.it.
I dettagli sullo studio dell’effetto del cambiamento climatico sui prezzi alimentari sono su CarbonBreef.
Grazie per questa newsletter. Ero convinto che in Italia gli animali fossero oramai stati banditi dal circo e relegati alle gabbie dello spettacolo itinerante come zoo accessorio, non il massimo ma sempre meglio dell'esibizione. Sapere che in realtà la legge ancora non gli vieta ufficialmente l'esibizione mi fa male. Non frequento circhi, ma spero vivamente che i vari Togni e Orfei abbiano smesso di sfruttarli.
Grazie per questa puntata: anch'io come te sono stato portato una volta al circo da piccolo per non tornarci mai più.
E credo non sia più tollerabile che dentro al circo vengano ancora esibiti animali non umani, così come lo sfruttamento all'interno di palii, giostre, corride (ma pure competizioni sportive come dressage e ippica).