Tutte le ciambelle riescono col buco
👨🏻💻 Perbacco! #28 Piani e sperimentazioni per città a prova di futuro sostenibile
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco, mi occupo di strategia, marketing e comunicazione e questo è un nuovo numero di Perbacco! - la newsletter su sostenibilità, etica, marketing e comunicazione. Oggi “circoliamo” ad Amsterdam. Via!
Quando sei in giro per Amsterdam sembra di respirare aria fresca. Non solo perché l’aria in effetti è più pulita di molte altre città, specie quelle situate nella nostra pianura padana.
La ragione principale è la vivacità che si respira in città, quel brulicare di bici su piste ciclabili infinite. Sembra una città che sa dove vuole andare, con una visione ben chiara sul proprio futuro e non è solo un’impressione.
Il piano per la città
Qualche giorno fa proprio il comune di Amsterdam ha rinnovato l’impegno per diventare una città circolare al 100% entro il 2050.
L’obiettivo è in linea con i piani del governo olandese che prevede di dimezzare il consumo di materie prime entro il 2030 e realizzare un'economia che sia completamente circolare entro il 2050.
Al concetto di economia circolare ho già dedicato una puntata di questa newsletter (la trovi qui), ma l’idea su cui si fonda è che la progettazione debba prevedere fin dall’inizio il riutilizzo, la riparazione e rigenerazione sia di prodotti che di materiali per evitare il più possibile la creazione di rifiuti e inquinamento.
Per raggiungere questo obiettivo Amsterdam ha definito un piano di strategia circolare per la città già partito nel 2020, di cui fa parte anche l’Agenda di attuazione presentata nei giorni scorsi. Le altre componenti del piano sono una parte strategica, un sistema di monitoraggio e l’Amsterdam City Doughnut - letteralmente Ciambella della città di Amsterdam.
Economia della ciambella
La struttura principale del piano è stata ispirata dall’economia della ciambella, un modello sviluppato da Kate Raworth, un'economista britannica che lavora per l'Università di Oxford e l'Università di Cambridge.
La città di Amsterdam ha scelto di adottare questo approccio programmatico per attuare una trasformazione sistemica e offrire una prospettiva su come una società possa prosperare in modo sicuro, equo e sostenibile.
Al centro della ciambella ci sono una serie di bisogni di carattere sociale, ispirati agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG - Sustainable Development Goals): equità sociale, uguaglianza di genere, pace e giustizia, potersi esprimere politicamente, far parte di una comunità, avere una casa, un’educazione, salute, cibo, acqua, energia, reddito e lavoro.
Rappresentano il limite inferiore alla prosperità, quello che non può essere oltrepassato, fondamentale per poter offrire un'esistenza socialmente equa agli abitanti di una città o di un Paese.
Esiste però anche un limite superiore alla prosperità: i confini del nostro pianeta. Sono quelli che formano la parte esterna della ciambella. Cambiamenti climatici, acidificazione degli oceani, inquinamento chimico, livello di azoto e fosforo (dall'uso inefficiente o eccessivo di fertilizzanti), prelievi di acqua dolce, sfruttamento del suolo, perdita di biodiversità, inquinamento atmosferico, assottigliamento dello strato di ozono. Superare questi limiti vuol dire mettere a repentaglio la salute del nostro pianeta e di chi ci abita.
Questa rappresentazione dell'economia circolare mostra quanto tutto sia strettamente interconnesso e renda necessario un buon coordinamento e una buona cooperazione tra tutti gli attori (cittadini, imprese, istituzioni) di una città o un Paese.
Cosa significa in concreto
Amsterdam ha deciso di concentrare i propri sforzi su 3 catene del valore, scelte per la l’importanza economica che hanno per la città ed il loro impatto sull'ambiente e sul clima.
1 - Cibo e rifiuti organici
L’impegno è focalizzato su interventi volti a favorire l’agricoltura urbana da parte di imprese e cittadini, campagne e progetti formativi per incoraggiare il consumo di cibo sano, sostenibile e a base vegetale, programmi di riduzione degli sprechi alimentari, processi di raccolta differenziata per i rifiuti organici con percorsi e trattamenti diversi per i rifiuti alimentari e quelli derivanti dalle potature.
2 - Beni di consumo
Si prevedono campagne informative e spazi ad-hoc per il recupero e riuso di prodotti elettronici, tessuti e mobili, la progettazione di prodotti standardizzati e modulari adatti proprio al riutilizzo, riparazione e riciclaggio, programmi di uso condiviso e a lungo termine dei prodotti (il concetto di product as a service - perché devo comprarmi una stampante se poi la uso una volta al mese o un jeans se dopo un anno non lo metto più?)
3 - Ambiente costruito
in questo ambito gli sforzi si concentrano ad esempio sul recupero di edifici evitando che siano demoliti, l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale (meno cemento e più legno), la trasformazione di interi quartieri in distretti circolari dove l’uso di materiali ed energia, la produzione, il consumo e il riuso avvengono in cicli chiusi e di prossimità.
Per tutti e 3 gli ambiti selezionati gli strumenti a disposizione sono di carattere normativo (bandi, pianificazione territoriale) ed economico (finanziamenti ed incentivi fiscali), ma prevedono anche elementi soft come attività di formazione, campagne informative, la predisposizione di piattaforme di scambio dati ed informazione, di networking e incontro domanda-offerta, la creazione di laboratori di sperimentazione.
Al di là dei programmi e dei buoni propositi, per capire se questi piani progrediscono e producono effetti reali rispettando i limiti predefiniti dalla ciambella, la città di Amsterdam ha già iniziato a lavorare su un’infrastruttura di dati e un sistema di indicatori, definito Monitor nel piano cittadino. L’obiettivo è misurare non solo il peso dei materiali in ogni catena del valore e la CO2 che viene emessa, ma anche il reddito, l’occupazione, i lavori circolari e la qualità di vita che ne deriva per i cittadini.
Guardare lontano
L’attuazione di questo piano prevede un processo di cambiamento. Significa dover rompere le vecchie abitudini, cambiare il modo di pensare e di agire, provocare attriti in alcuni settori senza vedere i benefici nell’immediato. Alcuni potrebbero essere visibili solo dopo qualche decennio oppure avverranno dall'altra parte del mondo, dove attualmente vengono estratte molte delle materie prime.
E’ una logica di lungo periodo, di cooperazione per il raggiungimento di un obiettivo comune che va al di là degli interessi di breve periodo. Una visione condivisa dai cittadini di Amsterdam, ma su cui dovranno lavorare insieme privati, istituzioni ed imprese.
L’andamento demografico di Amsterdam, sempre in crescita negli ultimi 20 anni, testimonia la capacità di trattenere i propri abitanti e attrarne di nuovi, specie tra le fasce più giovani.
Un punto di riferimento per molte altre città che invece registrano trend opposti e tendono a svuotarsi (come anche Milano, Roma, Torino) e che potranno in futuro rilanciarsi se saranno capaci di sviluppare una visione di più lungo periodo ed approcciare un cambiamento non più procrastinabile.
Le vie della sostenibilità sono infinite e passano pure sotto le nostre case.
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👓 Spunti e appunti
Cos’è per te la felicità? Il progetto happiness.
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Lo studio della Geena Davis Institute on Gender in Media sul tema della diversità ed inclusione nel mondo dei video games.
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🎈E per finire in leggerezza…
Le foto di un eucalipto arcobaleno, noto scientificamente come Eucalyptus deglupta, condivisa qualche giorno fa da Duccio Travaglini su LinkedIn.
E’ una specie originaria di alcune foreste pluviali delle Filippine, dell’Indonesia e delle Hawaii. Durante tutto l’anno perde sezioni verticali di corteccia che, sfaldandosi in tempi diversi, presentano differenti tonalità. Dal verde brillante fino a sfumature di blu e viola, per poi virare verso il rosso scuro e l’arancione.
La bellezza dell'eucalipto arcobaleno è enfatizzata dalle sue imponenti dimensioni: può raggiungere 70 metri di altezza e 2 metri di diametro.
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