Temu, Shein, Trump: il triangolo no, non l’avevo considerato
🍀 Perbacco! #64 - Tra illusioni low cost e geopolitica del fast fashion
Temu, Shein e Amazon sotto scacco. I dazi di Trump colpiscono duro, tra effetti collaterali geopolitici e possibili benefici ambientali.
Ma anche quando i prezzi salgono, la retorica del “compra tutto a zero” non va mai davvero in saldo.
Io sono Antonio Di Bacco, aiuto le aziende a essere più sostenibili e questa è una nuova puntata di Perbacco! - la newsletter che parla proprio di sostenibilità, etica e strategie d’impresa.
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Partiamo con i sogni che regala Temu.
Buona lettura!
Lusso per tutti?
“Compra da miliardario” è lo slogan-simbolo con cui Temu, il colosso cinese dell’e-commerce ultra-low cost, si presenta al mondo.
Una promessa che sa di provocazione: puoi avere tutto, subito, senza essere ricco.
Basta scaricare l’app, cliccare qualche banner arancione e tuffarsi in un catalogo infinito di oggetti a costo (quasi) zero.
Dall'abbigliamento all'elettronica, dai cosmetici ai mobili, a prezzi eccezionalmente bassi, bypassando completamente gli intermediari e acquistando direttamente dai fornitori cinesi.
Mi ritrovo spesso bersagliato dalle loro campagne pubblicitarie, in particolare mentre navigo tra app di notizie sportive sul mio telefono. Deve essere lì che hanno individuato una falla nel mio sistema anti-cookie, anti-spam, anti-iperconsumo.
All’inizio cercavo, stizzito, di chiuderle immediatamente, evitarle il più possibile senza neanche guardarle. Poi ho cominciato ad osservarle meglio.
Nella loro campagna, fatta di estetica teatrale, espressioni perplesse e tablet mostrati come lingotti d’oro, Temu gioca con l’immaginario del lusso, ma lo trasforma in meme.
Una telenovela asiatica dal sapore trash, una recita pop che normalizza l’idea di possedere sempre di più, spendendo sempre di meno.
Un lusso democratico, quindi? Non proprio.
Dietro lo slogan si nasconde un’intera filiera fondata su bassi salari, produzioni intensive e con standard discutibili, normative ambientali poco esigenti.
È il capitalismo dell’illusione: non compri come un miliardario, ma contribuisci a renderne altri ancora più ricchi.
Eppure, qualcosa si muove. O meglio: si inceppa.
Indagini, dazi, logistica e scacchi globali
Già a fine ottobre scorso la Commissione Europea aveva aperto un'indagine formale nei confronti di Temu per verificare se abbia violato il Digital services act, la nuova normativa comunitaria sui servizi digitali entrata in vigore da poco più di un anno.1
Tre aspetti avevano destato alcuni sospetti:
la possibile presenza di prodotti illegali e non conformi agli standard europei sulla piattaforma
la mancanza di trasparenza
i meccanismi della piattaforma che possono creano dipendenza, come i sistemi di ricompensa simili a quelli dei videogiochi.
Temu aveva risposto rassicurando sulla loro volontà di piena collaborazione con la Commissione.
Poi però è arrivato il ciclone Trump e i problemi per Temu, Shein e altri servizi simili, sono decisamente aumentati.
Dazi del 145% su molti prodotti importati dalla Cina ed eliminazione dell’esenzione doganale per gli ordini inferiori agli 800$ (la cosiddetta “de minimis”).
Risultato? Temu e Shein hanno iniziato ad alzare i prezzi, con rincari stimati tra il 30% e il 45% in settori come l’abbigliamento e l’elettronica2
Oltre ai prezzi, cambia anche la logistica: addio spedizioni frammentate dalla Cina, benvenuti magazzini negli USA e hub in Messico.
Il sistema delle grandi piattaforme globali traballa. Talmente tanto che pure i grandi amici di Donald T. mostrano segni di insofferenza.
Anche Amazon è stata trascinata nel ciclone, al punto da dover negare pubblicamente di voler iniziare a mostrare il costo esatto degli aumenti di prezzo legati alle tariffe accanto a tutti i suoi prodotti.
Come ha scritto il New York Times: “L'esposizione delle tariffe d'importazione avrebbe chiarito ai consumatori americani che sono loro a sostenere i costi delle politiche tariffarie di Trump e non la Cina, come lui e i suoi alti funzionari hanno spesso sostenuto.”
Per questo sono partite prima le accuse e poi le telefonate di chiarimento, fino a quando lo stesso Trump è tornato a dire pubblicamente “Jeff Bezos è molto gentile. Ha risolto il problema molto rapidamente. Ha fatto la cosa giusta. Un bravo ragazzo.”3
È questo lo stile della casa (Bianca).
Nel frattempo, molti rivenditori di giocattoli negli Stati Uniti, nell’incertezza sulle tariffe, hanno bloccato gli ordini dai fornitori cinesi in vista delle festività natalizie.
D’altronde sono all’ordine del giorno dichiarazioni e successivi dietrofront e la partita con la Cina è sempre aperta.
Una partita a scacchi giocata tra interessi industriali, propaganda elettorale e conseguenze non sempre calcolate.
Meno fast, più resistenza
Tutta questa confusione potrebbe avere almeno un effetto collaterale positivo: rallentare, anche se forzatamente, il meccanismo dell’iperconsumo.
Se un vestito da 5€ ora ne costa 9, magari ci pensi due volte prima di comprarlo. E se le spedizioni non arrivano più in 72 ore, forse quel gadget non era poi così urgente.
Un freno involontario, certo, ma reale.
Sta a vedere che alla fine dovremo quasi ringraziare Trump per queste sue mosse imprevedibili. Ma forse manca ancora un pezzo del puzzle.
Perché mentre i costi salgono e gli ordini calano, la produzione rischia semplicemente di migrare: dal Guangdong al Bangladesh, dal porto di Shanghai a un magazzino texano, così da evitare i dazi e non avere ripercussioni su produzione e vendite.
Più che una rivoluzione sostenibile, uno spostamento di danni ambientali e costi sociali, con l’aggravante della distanza (e quindi delle emissioni nocive aggiuntive).4
In tutto questo, la narrazione resta intatta: Temu continua a promettere lusso e vantaggi, tra effetti speciali e recensioni entusiaste.
Allora è possibile che non cambi nulla. Stesse abitudini, stessi acquisti, pur se recapitati da un Paese diverso.
A meno che a cambiare non sia il punto di vista: non vedere il prezzo più alto come una punizione, ma come un’occasione. Un invito implicito a scegliere meglio, comprare meno, rallentare.
In un sistema dove la trasparenza è una battaglia e l’etica viene affogata nei saldi, scegliere di comprare meno può essere non solo un atto economico, ma anche un piccolo gesto di resistenza. Ops….Questa sì che sarebbe sobrietà!
Ma forse è solo utopia. Per capire come andrà a finire tocca aspettare la prossima mossa sulla scacchiera.
Branzini lunatici
Dalla costa francese allo spazio profondo: un gruppo di scienziati europei sta lavorando a un’idea che sembra uscita da un film di fantascienza. Il progetto Lunar Hatch prevede l’invio di uova di branzino nello spazio, per verificare se questi pesci possano essere allevati sulla Luna e, un giorno, su Marte. L’obiettivo è fornire proteine di alta qualità agli astronauti in missioni di lunga durata, grazie a un sistema di acquacoltura circolare, senza sprechi e autosufficiente.
L’acqua deriverebbe dal ghiaccio lunare, i rifiuti verrebbero trasformati in risorse da altri organismi, e i pesci sarebbero parte di una catena alimentare a circuito chiuso.
Oltre allo spazio, questa tecnologia potrebbe avere applicazioni concrete sulla Terra, ad esempio per alimentare comunità isolate. Ora manca solo un passaggio: il via libera per il primo lancio. Intanto, i branzini francesi continuano ad allenarsi... a gravità zero.5
Un radar per orientarsi nella sostenibilità
Qui su Perbacco, qualche puntata fa, avevo già fatto cenno a Lymera, il progetto a cui sto lavorando insieme a un gruppo di professionisti per aiutare le aziende a rendere più sostenibile il proprio business, in modo concreto, senza giri di parole.
Abbiamo creato il Sustainability Radar: uno strumento semplice, veloce e gratuito per capire da dove partire o dove migliorare lungo il percorso verso la sostenibilità.
Bastano pochi minuti per ricevere:
un feedback personalizzato
spunti concreti per migliorare
idee pratiche sui prossimi passi della tua azienda
Se ti va di provarlo, lo trovi qui sotto.
È tutto per questo numero di Perbacco! Se vuoi parliamone nei commenti.
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L’articolo del NYT sugli scambi e chiarimenti tra la Casa Bianca e Amazon è disponibile qui (paywall).
Solo tre mesi fa Bezos presenziava da bravo broligarca alla incoronazione di Trump. Karma is a bitch.