Ragione e pentimento
🍀 Perbacco! #57 - Il cambio di rotta di Meta sui temi di diversità e inclusione, muffe intelligenti e minerali critici
Sono passati di moda i programmi che favoriscono la diversità, l’equità e l’inclusione nelle aziende? Quali sono gli effetti di queste politiche aziendali?
Eccoci ad una nuova puntata di Perbacco! - la newsletter che parla di sostenibilità, etica e strategie d’impresa. Qualche giorno fa Salvatore Aranzulla la inserita nella lista dei “Migliori Substack italiani”. Devo dire che sono in ottima compagnia!
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Io sono Antonio Di Bacco, aiuto le aziende a capire come rendere la sostenibilità un vantaggio competitivo.
Oggi partiamo dall’evento della settimana.
Dove tira il vento
E’ cominciata l’era di Trump. Alla sua cerimonia d’insediamento mi era sembrato di vedere il personaggio che Luca Marinelli interpreta nell’ultima serie di cui è protagonista, ma poi a guardar bene ci ho visto un Corrado Guzzanti, che in grande spolvero, adunava i suoi sull’agognato suolo di Marte.1
A parte le battute, sono già evidenti gli effetti dell’arrivo nel famigerato Studio Ovale del ciuffo più impertinente del globo terrestre.
Non a caso tutti i capi delle big tech, Meta, Amazon, Google e ovviamente Tesla, erano in prima fila durante la cerimonia e alcuni non hanno perso tempo per far girare la propria bandiera dove gira ora il vento.
Mark Zuckerberg in particolare, prima ha deciso che porrà fine al fact-checking sulle piattaforme di Meta (Facebook e Instagram) e poi ha chiuso i programmi aziendali di diversità, equità e inclusione.
Ha eliminato il ruolo di chief diversity officer, ha abbandonato gli obiettivi di assunzione per la diversità che prevedevano l'impiego di un certo numero di donne e minoranze, e ha dichiarato che non darà più priorità alle imprese di proprietà di minoranze nella selezione dei fornitori.
Meta si concentrerà «su come applicare pratiche eque e coerenti che riducano i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background» ha affermato Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane.2
Azioni simili sono state annunciate anche da McDonald’s, Ford, Walmart e Amazon (che per ora è stata però più vaga a questo proposito).

Dati e ricerche
Quello della DEI (dall'inglese Diversity, Equity, Inclusion) è un tema dibattuto da tempo.
Nel 2015 McKinsey aveva pubblicato uno studio intitolato “Perché la diversità è importante” in cui affermava senza indugi che “è sempre più evidente che le aziende con una forza lavoro più diversificata ottengono risultati finanziari migliori.”3
Analizzando i risultati finanziari di alcune aziende, aveva trovato un legame tra i profitti e la diversità razziale e di genere dei dirigenti.
Quella ricerca è stata utilizzata da grandi investitori, istituzioni finanziarie e autorità di regolamentazione per sollecitare la presenza di un maggior numero di donne e di gruppi di minoranza nei consigli di amministrazione e per giustificare gli investimenti nelle società che li hanno nominati.
Sulle conclusioni tratte da quello studio sono stati creati anche dei prodotti finanziari, selezionando titoli di aziende con indici di diversità più elevati.
Pian piano però sono emerse delle lacune.
I prodotti finanziari così creati hanno avuto negli anni un rendimento inferiore rispetto ad altri indici globali che non rispettavano le condizioni di diversità.
Altri studi accademici hanno cercato di ripetere i risultati di McKinsey e hanno fallito, concludendo che in realtà non esiste un legame tra redditività e diversità dei dirigenti.
McKinsey, che ha aggiornato lo studio anche nel 2018 e nel 2020 confermando le stesse conclusioni, ha replicato così: "Siamo anche stati chiari e coerenti sul fatto che la nostra ricerca identifica la correlazione, non la causalità, e che queste due cose non sono la stessa cosa".
Di contro, un documento pubblicato quest'anno rileva che la metodologia di McKinsey non mostra i benefici della diversità sul reddito delle aziende che fanno parte del più importante indice azionario statunitense (lo S&P 500).4
Viene quindi messa in dubbio la stessa correlazione tra l’attuazione di politiche di diversità e inclusione nelle aziende e aumento dei risultati economici, che potrebbero invece derivare da altri fattori.
Non è detto neanche il contrario e cioè che la mancanza di diversità sia positiva per i profitti. Secondo queste analisi più recenti, semplicemente non c'è alcun legame tra i due fenomeni. Nessun rapporto di causa effetto, né correlazione.
Fin qui abbiamo parlato dei possibili effetti sui conti economici delle aziende, ma ci sono altre ricerche che si concentrano su altri impatti positivi che le politiche orientate alla diversità e all’inclusione possono avere nelle aziende:
Innovazione e creatività: uno studio di Harvard Business Review mostra che team con diversità cognitiva aumentano le prestazioni di problem-solving fino al 60%. Arricchire il pool di dipendenti con rappresentanti di sesso, razza e nazionalità diversi è fondamentale per aumentare la diversità di pensiero e la capacità di innovare. 5
Attrattività dei talenti: secondo Deloitte le nuove generazioni sono fortemente attratte da aziende con forte cultura inclusiva, dove ognuno si possa trovare a proprio agio, tanto che le stesse aziende hanno un minor turnover del personale6
Reputazione aziendale: se diamo per scontato che gli stessi lavoratori di cui sopra sono anche consumatori, possiamo dedurre che c’è un impatto positivo anche per l’immagine aziendale
Benessere organizzativo: ambienti inclusivi migliorano la salute mentale dei dipendenti, ne riducono lo stress e aumentano il senso di appartenenza, tanto che l’acronimo DEI sta evolvendo in DEIB e cioè Diversity, Equity, Inclusion and Belonging (= appartenenza)
Oltre i dati e le ricerche
In fin dei conti potremmo però anche pensare che al di là dei vantaggi più o meno dimostrati scientificamente, un’azienda e chi ne è a capo può decidere di applicare politiche orientate alla diversità e all’inclusione semplicemente perché sente che è la cosa giusta da fare, che corrisponde ai propri valori fondanti.
Non sembra essere così per il caro Zuck, preoccupato più degli effetti a breve termine del ritorno alla Casa Bianca della stessa persona che appena 4 anni fa era stato bannato da Facebook e Instagram sulla scia dell’assalto al Campidoglio.
Forse Meta, come ha dichiarato, riuscirà ad applicare pratiche eque e coerenti a prescindere dalle policy aziendali e magari lo stesso riusciranno a fare le altre aziende che hanno recentemente annunciato simili iniziative.
Di sicuro Zuckerberg e i suoi colleghi che hanno fatto scelte simili, hanno preferito rimangiarsi tutto e lisciare il ciuffo impertinente più che temere ritorsioni sulle proprie aziende.
In risposta alcuni dipendenti di Meta, specie in UK, hanno espresso preoccupazioni per la direzione intrapresa.7
Non ci sono più Diversity, Equity e Inclusion, ma pure il Belonging sembra ormai spacciato!
Vuoi aiutarmi a capire cosa ne pensi di questa newsletter e di come poterla migliorare in futuro?
Rispondi a qualche breve domanda su Perbacco! L’ho chiamato Il Confessionale, bastano meno di due minuti e compilandolo avrai ripagato i sacrifici che comporta un progetto (gratuito) del genere.
Metromuffe
Grazie a La Colazione dei Campioni ho scoperto che la muffa Physarum Polycephalum, un organismo unicellulare giallastro, ha dimostrato di poter ottimizzare la rete metropolitana di Tokyo in sole 28 ore, rispetto agli 80 anni necessari agli urbanisti.
Durante un esperimento dell’Università di Hokkaido, la muffa ha riorganizzato in modo efficiente una rete simulata con fiocchi d’avena rappresentanti le città intorno a Tokyo.
Questo organismo, capace di risolvere problemi complessi di network analysis, potrebbe ispirare lo sviluppo di sistemi dinamici e resilienti, come reti di sensori wireless per avvisi precoci di incendi o inondazioni, adattabili rapidamente in situazioni critiche.
Sta a vedere che a rubare posti di lavoro non sarà l’Intelligenza Artificiale ma una muffa!
Minerali critici
La story map Critical Minerals - Geography of Energy di Davide Monteleone analizza l’impatto dell’uso di minerali critici nella transizione verso energie rinnovabili.
Tecnologie come pannelli solari e batterie dipendono da materiali come litio, cobalto e grafite, la cui domanda potrebbe crescere di 40 volte entro il 2040.
L’estrazione di questi minerali, concentrata nel Sud del mondo, solleva questioni di giustizia sociale, diritti umani e sostenibilità ambientale, ponendo il rischio di ripetere gli errori della prima rivoluzione industriale.
Un lavoro bellissimo che ti consiglio di vedere.
È tutto per questo numero di Perbacco! Una puntata come sempre scritta con il cuore. Lo stesso ❤️ che puoi cliccare giù in fondo se ti è piaciuta questa puntata. Puoi anche condividerla con chi potrebbe apprezzarla.
Luca Marinelli è protagonista della serie su Mussolini “M, Il figlio del secolo”, mentre Corrado Guzzanti pubblica spesso su Instagram alcuni spezzoni dei suoi sketch di Fascisti su Marte, come quello sul salto del cavallino littorio.
Della decisione di Meta ha scritto, tra gli altri, il quotidiano Domani.
Lo studio del 2015 di McKinsey intitolato Why diversity matters è disponibile qui.
Sulle nuove ricerche che hanno messo in dubbio lo studio di McKinsey il Wall Street Journal ha pubblicato a giugno 2024 un articolo piuttosto dettagliato.
Lo studio pubblicato dalla Harvard Business Review nel 2016 si chiama Why Diverse Teams Are Smarter. Sui benefici della DEI in termini di diversità di pensiero ha scritto anche Deloitte in questo articolo.
Sull’attrattività dei talenti ci sono vari report di Deloitte, tra cui “Unleashing the power of inclusion Attracting and engaging the evolving workforce” (2017).
Grazie per la bella riflessione su equità e diversità, Antonio!
E anche per la segnalazione finale sul lavoro di Davide Monteleone: me lo sono appuntato e mi sa che lo userò, citandoti, per un corso che sto tenendo agli insegnanti sull'information literacy.