Non è tutto loro quel che luccica
🍀 Perbacco! #56 - Come si misura il successo di un'azienda, visioni contrapposte e un anniversario da compilare
Che significa successo per un’impresa? Meglio contare solo sulle proprie risorse o chiedere supporto a capitali esterni? Come si costruisce un’azienda creata attorno ai proprio clienti?
Dopo la pausa festiva, torna Perbacco! - la newsletter che parla di sostenibilità, etica e strategie d’impresa.
Io sono Antonio Di Bacco, aiuto le aziende a capire come rendere la sostenibilità un vantaggio competitivo.
Oggi partiamo da una storia ambientata in Messico.
Chi dorme piglia pesci
Un facoltoso uomo d'affari statunitense, su ordine del medico, a malincuore si concesse una vacanza in un piccolo villaggio costiero messicano.
Passeggiando verso il molo, con la testa immersa nelle questioni delle sue aziende, vide una minuscola imbarcazione carica di tonni pinna gialla. Si complimentò con il pescatore messicano e iniziò a chiacchierare con lui.
“Quanto ci hai messo a pescarli?”
“Pochissimo tempo.”
“Perché non stai fuori ancora per prenderne di più?”
“Questi sono sufficienti per sostenere la mia famiglia e regalarne un po’ agli amici”.
“Ma cosa fa nel resto del tempo?”
“Dormo fino a tardi, gioco con i miei figli, faccio una siesta insieme a mia moglie Julia e ogni sera giro per il villaggio dove suono la chitarra con i miei amigos. Ho una vita piena e impegnata señor.”
L'americano rise. “Signore mi sono laureato ad Harvard con un master in Business Administration e posso darle una mano. Deve dedicare più tempo alla pesca e acquistare una barca più grande. Con l'aumento dei profitti potrebbe poi comprarne altre e dopo un po' avrebbe una flotta di pescherecci. Aprendo poi un conservificio eviterebbe di passare per un intermediario e controllerebbe il prodotto, lavorazione e la distribuzione.
Naturalmente, dovrebbe lasciare questo piccolo villaggio e trasferirsi a Città del Messico, poi negli Stati Uniti, per gestire la sua impresa in espansione con un management appropriato.”
“Ma señor, quanto ci vorrà per tutto questo?!
“Quindici, vent'anni. Massimo venticinque.”
“E poi señor?”
“Questa è la parte migliore. Al momento giusto, lascerebbe l'impresa e venderebbe le azioni della sua società diventando veramente ricco. Farebbe i milioni!
“Milioni, señor? E poi?”
“A quel punto potrebbe ritirarsi e trasferirsi in un piccolo villaggio costiero di pescatori, dove potrebbe dormire fino a tardi, pescare un po', giocare con i suoi figli, fare una siesta insieme a sua moglie, girare per il villaggio la sera e suonare la chitarra insieme ai suoi amigos ...”
Ho tratto questa storia da un libro che sto leggendo: “Fermati e Respira”, di Daniel Lumera.1 E’ un libro sulla meditazione, ma non solo, come dimostra questa storia che mi ha fatto ripensare ad una notizia venuta fuori poco prima di Natale.
Una persona di Bending Spoons, una società italiana tra i leader mondiali nello sviluppo e nella commercializzazione di app per smartphone, ha inviato un’email a Steph Ango, amministratore delegato di Obsidian, un servizio che consente di prendere appunti online.
Nell’email si prospettava la possibilità di un’acquisizione o un investimento di Bending Spoon in Obsidian. Una proposta che per alcuni sturtupper e imprenditori potrebbe essere di grande interesse, ma non è stato così per Steph Ango, che ha risposto pubblicando l’email originale sul suo account X (Twitter) per testare la reazione dalla propria community di utenti.2
La mail è stata percepita come inappropriata e ha scatenato una reazione a catena sui social media.
Due visione contrapposte
Da una parte c’è Bending Spoons, un’azienda molto apprezzata sui mercati, tanto da essere valutata 2,55 miliardi di dollari, ma spesso discussa per la sua aggressiva politica di acquisizioni, che ha portato a razionalizzazioni e licenziamenti e per un clima lavorativo giudicato molto stressante o non proprio ideale, pur se a fronte di un buono stipendio.3
Dall’altra c’è Obsidian, un’organizzazione molto giovane (la prima versione del software risale a marzo 2020) che secondo lo stesso amministratore delegato segue una filosofia ben chiara: “Siamo supportati al 100% dai nostri utenti, vogliamo restare piccoli e seguire principi rigidi senza scendere a compromessi. E non abbiamo bisogno di venture capital che investano su di noi: è chi utilizza il prodotto a farlo”.
Un approccio “minimalista” che ha ribadito anche David Holz, il fondatore di Midjourney, un software per la creazione di immagini basato sull’intelligenza artificiale generativa, che in un post su X ha scritto:4
“Secondo i fondi di venture capital dovremmo conquistare il mondo o morire e nessuna di queste alternative mi convince dal punto di vista spirituale.
Non ho mai voluto una società, ho sempre voluto una casa.
A questo punto abbiamo una community di utenti paganti che ci è leale, per cui realizziamo tonnellate di sviluppi, e ne siamo abbastanza felici.
Facciamo profitti a sufficienza per finanziare un sacco di ricerca e sviluppo e i nostri modelli sono ancora i migliori per le metriche che ci interessano: cioè come vengono le immagini e quanto è divertente crearle.
Ci restano ancora un sacco di cose eccitanti da fare per migliorarli. E abbiamo raggiunto tutto questo senza investitori. Onestamente, pare che abbiamo avuto successo".
Una critica radicale a un certo modo di fare impresa. Un modo per posizionarsi sul mercato, per stringere un patto con i propri utenti e clienti.
Un modo anche per ridefinire il concetto di successo. E’ possibile proporre una visione di crescita sostenibile e inclusiva, basata sulle proprie risorse per evitare di dover dare più retta agli investitori che a clienti e dipendenti?

Pro e contro
Il bootstrapping, cioè la fondazione e la gestione di un'azienda che utilizza solo le finanze personali o i proventi di gestione, ha sicuramente dei vantaggi:
Controllo totale sulle decisioni aziendali, senza l’ingerenza di investitori esterni
Flessibilità nella crescita, investendo risorse solo quando realmente necessario
Focus sulla redditività, dovendo operare in modo efficiente fin dall’inizio, costruendo un modello basato su ricavi solidi e spese oculate
Relazione autentica con i clienti, proprio perché è minore la pressione per massimizzare il valore per gli investitori e si può dare priorità alle esigenze dei clienti
A fronte di questi vantaggi ci sono anche delle sfide da fronteggiare:
Risorse finanziarie limitate, minore scalabilità e quindi una crescita probabilmente più lenta
Rischio personale elevato da parte dei fondatori che spesso investono capitali propri
Mancanza di networking strategico con qualche difficoltà in più nell’accesso a partnership chiave, spesso parte dell’apporto di investitori esterni
Che obiettivi hai?
Indubbiamente la scelta di adottare un approccio "slow business" può avere un suo fascino e nel panorama attuale sembra essere premiante la capacità di sviluppare vere e proprie community attorno ai propri prodotti e servizi.
Community come quelle di Obsidian o Midjourney non sono semplicemente una somma di consumatori, ma veri e propri partner del brand, in grado di influenzarne le decisioni, il posizionamento e persino l’evoluzione del prodotto tramite feedback, condivisione di idee e creazioni, partecipazione al testing di nuove funzionalità.
Un approccio capace di trasformare i clienti in co-creatori e ambasciatori, rafforzando il legame emotivo con l’azienda.
Bisogna però creare spazi di dialogo, sia online che fisici, ascoltare attivamente i suggerimenti, offrire valore esclusivo con contenuti premium e accesso anticipato a nuove funzionalità.
Se non hai mai voluto una società, ma hai sempre voluto una casa e magari anche avere del tempo per suonare la chitarra con gli amigos, allora forse è questa la strada da seguire.
Fai rumore
No, non è il titolo di una canzone di Diodato.
E’ quello che si deduce da un report dell’Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA - European Environment Agency).5
Secondo lo studio, oltre il 20% degli europei è esposto a livelli di rumore stradale, ferroviario o aereo dannosi per la salute.
In particolare, i bambini che vivono o studiano in aree rumorose mostrano difficoltà di lettura e comportamentali. Si stima che più di 500.000 bambini europei abbiano capacità di lettura compromesse e circa 60.000 presentino problemi comportamentali legati al rumore da trasporti.
Ridurre l’esposizione al rumore, sia a casa che a scuola, migliorerebbe significativamente queste condizioni, influenzando positivamente le opportunità e la qualità di vita dei bambini.
Misure efficaci includono limiti di velocità ridotti, pavimentazioni e pneumatici a bassa rumorosità, restrizioni operative per treni e aerei, oltre a soluzioni come barriere acustiche e aule e camere lontane da strade trafficate.
Il confessionale di Perbacco!
Il 13 gennaio saranno passati due anni esatti dal primo numero di Perbacco!
Saremo arrivati alla newsletter numero 56 (ma all’inizio la cadenza era settimanale), con oltre 1.000 persone iscritte solo su Substack (a cui si aggiungono le circa 800 che la seguono su LinkedIn nella sua versione ridotta), con un tasso di apertura email intorno al 50% e oltre 44.000 visualizzazioni totali.
Ma dietro ai numeri ci sono le singole persone. Quelle che sento molto vicine quando mi scrivono messaggi privati inaspettati per ringraziarmi degli spunti forniti o delle scoperte fatte tramite la newsletter e quelle che lo fanno quando le incontro casualmente a qualche evento.
Ecco, mi piace pensare di aver costruito Perbacco! proprio insieme a chi legge questa newsletter da tanto tempo e chi lo fa da pochi giorni, mentre i miei pensieri vagano nel mare magnum della sostenibilità che in questa newsletter trova sempre mille espressioni differenti.
Ogni volta che scrivo una puntata mi chiedo se quanto scritto sia all’altezza delle aspettative, a partire dalle mie: portare valore a chi legge, rispettando il tempo che dedica ai contenuti che scrivo, condividendo una certa visione sostenibile dell’impresa, della società e del pianeta che ci ospita.
Per questo motivo mi piacerebbe sapere qualcosa in più su cosa ne pensate di questa newsletter e di come poterla migliorare in futuro.
Metto quindi qui sotto il link ad un breve questionario, un piccolo confessionale, in cui ogni lettrice e lettore potrà esprimere una propria opinione e dare consigli.
Prometto che sarà brevissimo e che compilandolo avrete ripagato i sacrifici che comporta un progetto del genere, che è e rimarrà gratuito.
È tutto per questo numero di Perbacco! Una puntata come sempre scritta con il cuore. Lo stesso ❤️ che puoi cliccare giù in fondo se ti è piaciuta questa puntata. Puoi anche condividerla con chi potrebbe apprezzarla.
Il libro da cui ho tratto la storia del manager e del pesatore è “Fermati e respira. Gli otto passi della meditazione. Il potere della mente su benessere e qualità della vita” - Solferino Editore.
Dello scambio di messaggi tra Bending Spoons e Obsidian hanno scritto varie testate tra cui Wired, che ha scritto anche in occasione degli ultimi round di finanziamenti raccolti da Bending Spoons.
Del clima lavorativo e del processo di selezione operato da Bending Spoons si parla su vari thread e siti. Qui un esempio.
Qui il post su X del fondatore di Midjourney.
Il report sugli effetti sui bambini dell’inquinamento acustico in Europa è consultabile qui.
Ma "I know it sounds crazy" e "Do you hate the idea?" che razza di ganci sono? Non solo il tono della mail non è per niente professionale ma è pure accondiscendente: non ispira per niente a una partneship!
PS: il questionario non lo compilo perché a me la newsletter piace già così com'è 🙂 Buon anniversario e buon anno!