Meglio una gallina oggi
🍀 Perbacco! #61 - La crisi delle uova, modelli di business più sostenibili e mani nel velluto
Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Anche i proverbi sembrano passare di moda.
È arrivato il momento della gallina oggi. Senza più compromessi.
La crisi delle uova fornisce uno spunto per capire meglio non solo come porre rimedio a problemi pratici (come faccio la frittata?), ma anche per capire quali modelli di business sono più sostenibili nel tempo.
Io sono Antonio Di Bacco, aiuto le aziende a ottenere risultati migliori tramite strategie di marketing efficaci e sostenibili e questa è una nuova puntata di Perbacco! - la newsletter che parla di sostenibilità, etica e strategie d’impresa.
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Anche oggi la newsletter arriva con un po’ di ritardo, ma eccola qua. Fresca come uova appena covate!
Buona lettura.
Non solo carezze
Alzarsi al mattino e accarezzare nel proprio giardino le piume lisce di una gallina. Soffice e tiepida, come fosse velluto. Ma con un po’ di polvere.
Sensazioni a portata di pollaio.
Tra i servizi che stanno prendendo piede negli Stati Uniti in questo periodo ci sono quelli di Rent a chicken o Lend a hen.
Cosa fanno? Affittano galline. Il perché è presto detto: mancano le uova.
Facciamo un breve passo indietro.
La crisi delle uova in USA
Le uova sono uno degli ingredienti base della cucina americana. È stato stimato che ogni giorno vengono consumate qualcosa come 226 milioni di uova, per un totale annuo che si aggira intorno a 82,5 miliardi di uova pari a 250 unità l’anno per ogni cittadino americano.1
Pancake a volontà.
Poi succede che negli ultimi tre mesi del 2024, per via dell’epidemia di influenza aviaria, oltre 20 milioni di galline ovaiole devono essere abbattute.
Negli States il 98% dei polli si trova in allevamenti intensivi, una situazione che favorisce il contagio e la diffusione dell’influenza aviaria, ormai un’autentica piaga.
Aggiungiamo anche l’inflazione e l’effetto è che a febbraio c’è stato un aumento dei prezzi delle uova del 59% su base annua.
Il costo di una confezione da dodici infatti è arrivato a 6,85 dollari, con punte anche superiori agli 8 dollari. Alcuni ristoratori chiedono addirittura un sovraprezzo per i piatti che contengono uova.
Gli eventi si ritorcono contro Trump, che aveva promesso di abbassare anche i prezzi delle uova e invece ora si ritrova a dover chiedere aiuto proprio all’Europa contro cui ha intrapreso la lotta dei dazi.
La Turchia sembra voglia dargli una mano, ma per ora quello che funziona meglio è l’importazione illegale dal Messico.
Che beffa per chi vorrebbe rendere l’America Great Again, imporre dazi a chiunque, chiudere le frontiere anche alle galline.
Isa Brown o White Leghorn
È così che piccole imprese come Rent The Chicken, My Chicken Rentals, Lend A Hen, attive già da diversi anni, si trovano ora a fronteggiare una domanda ben superiore al passato.
Invece di subire le sregolatezze del mercato e prezzi incontenibili, molte famiglie preferiscono prendere in affitto le galline, con tanto di pollaio e mangime, volendo anche non OGM o biologico.
Meglio una gallina rossa Isa Brown o una White Leghorn (la nostra bianca Livornese)?
L’importante è garantirsi tra le 8 e le 14 uova per settimana con sole 2 galline.
Sì ok, ma se non ne so nulla di galline e allevamento? Ti forniscono tutte le istruzioni: cosa dargli da mangiare e come mantenerle.
E se voglio andare una settimana in vacanza? Nessun problema. Pago 25$ e se le riprendono loro per qualche giorno.
E se invece alla fine del periodo di noleggio la famiglia si è talmente affezionata alle nuove ospiti del giardino da non volerle più lasciare andare? Allora il noleggio si trasforma in adozione permanente.2
Il modello di business innovativo
Quello di Rent The Chicken e delle altre aziende menzionate rappresenta un esempio di servitization nel settore alimentare.
Cercando di italianizzare il termine sarebbe servitizzazione, ma in sostanza significa passare da un modello di business orientato alla vendita del prodotto (le uova), a quello focalizzato sulla vendita di un servizio (il noleggio delle galline).
I vantaggi per i consumatori sono molteplici.
I clienti si assicurano un approvvigionamento affidabile indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato e possono avere delle uova più salutari rispetto alle uova da allevamenti intensivi (meno colesterolo e grassi saturi, più acidi grassi omega-3).
Hanno maggiori servizi di post-vendita e diverse opzioni di scelta e di prezzo.
Su Rent The Chiken il prezzo di partenza per il Pacchetto Standard che include 2 galline e pollaio base per 5-6 mesi (i mesi caldi, quelli più favorevoli per le covate) è di circa 600$, ma può arrivare fino ad 800$ con 4 galline, pollaio deluxe e mangime.
Tramite la servitization le aziende possono diversificare la propria offerta: tra i servizi aggiuntivi c’è anche "Hatch the Chicken", un servizio di noleggio di incubatrici per cinque settimane che permette a famiglie, scuole e case di riposo di assistere al processo di schiusa delle uova senza impegno a lungo termine.
Al termine del periodo di noleggio, l'azienda ritira i pulcini e l'attrezzatura, offrendo un'esperienza educativa completa senza oneri prolungati.
Anche l’ipotesi dell’adozione alla fine del periodo di noleggio è una sorta di try & buy, un "prova prima di comprare". Così se poi svanisce l’entusiasmo iniziale verso il pollaio, posso riportare indietro le galline senza problemi.
Per le aziende che trasformano il proprio business i vantaggi strategici ed economici sono notevoli.
Secondo McKinsey3 dal punto di vista economico, i servizi post-vendita generano tipicamente margini del 25%, significativamente superiori al 10% medio delle vendite di nuovi prodotti.
La servitization consente inoltre di diversificare le fonti di reddito (il noleggio incubatrici ne è un esempio) e di ridurre la dipendenza dai cicli di vita dei prodotti, creando flussi di entrate più stabili e prevedibili nel tempo.
Favorisce anche un allineamento di interessi tra fornitore e cliente.
Un concetto ancora più chiaro se pensiamo ad un esempio in tutt’altro settore, come quello dell’aviazione. Già diversi anni fa Rolls-Royce pensò bene di non vendere semplicemente motori, ma di sviluppare un modello a consumo per cui i clienti pagano per le ore effettive di volo dei motori.
L’azienda ha tutto l’interesse a ridurre al minimo i costi operativi che rimangono a suo carico. Un forte incentivo a progettare tecnologie pensate per il lungo termine e ottimizzare la manutenzione.
Maggiore durabilità, riparabilità ed efficienza delle risorse, promuovendo principi di economia circolare.
Parola chiave: cambiamento
Per un’azienda abituata ad un modello di business diverso significa cambiare cultura organizzativa, sviluppare nuove competenze, ridisegnare i processi interni e ripensare le relazioni con clienti e partner.
Non tutti i contesti si prestano alla servitization, ma ci sono misure che vanno comunque adottate per chi non vuole o non può fare questo passaggio.
Per le grandi aziende produttrici di uova quanto sta succedendo dovrebbe suggerire di:
attuare strategie di gestione del rischio
rafforzare le misure di biosicurezza negli allevamenti
migliorare la trasparenza e la comunicazione verso consumatori e partner
ma soprattutto investire in infrastrutture senza gabbie
La posta in gioco è la sostenibilità del proprio business e logiche meno consumistiche, fondamentali per ridurre sprechi e impatto ambientale.
Ancora una volta si può imparare qualcosa da una pandemia.
Tanta visione, poca strategia
Oggi possiamo vedere la mano di Tesla per quello che è davvero: una visione stupenda che non è mai diventata strategia e non si è mai tradotta in design.
Riprendo questa frase dall’ultimo numero della Broadband newsletter di che, prendendo spunto anche dal rebranding improvvisato di alcune Tesla negli Stati Uniti (di cui parlavamo nella scorsa puntata di Perbacco!), è riuscita a sintetizzare con lucidità tanto i punti di forza quanto le fragilità del modello Tesla.
L’ora della Terra
Donare un’ora di buio per rendere più luminoso il futuro del nostro Pianeta.
Con questa parola d’ordine il 22 marzo alle 20:30 tanti monumenti in tutta Italia si spegneranno in occasione di Earth Hour, l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione ambientalista al mondo organizzata dal WWF, giunta alla sua 19esima edizione, a sostegno e celebrazione del nostro Pianeta.
Al momento sono 32 gli eventi organizzati dalle realtà locali del WWF e hanno già aderito all’iniziativa 99 comuni. C’è anche il tuo?
Puoi verificare sul sito di WWF.
È tutto per questo numero di Perbacco! Se vuoi parliamone nei commenti.
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Della crisi delle uova negli USA e delle richieste di aiuto hanno scritto molte testate. Money.it è una di queste.
Se vuoi curiosari tra i servizi che ho citato li trovi qui: RentTheChicken.com, LendAHen.com, MyChickenRentals.com.
I dati di McKinsey sulla servitization sono stati pubblicati qui.