Dalla Tesla ai piedi
👨🏻💻 Perbacco! #15 - Le auto elettriche, le loro emissioni e un punto di vista diverso
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco e questa è Perbacco! - la newsletter dedicata a sostenibilità, marketing e comunicazione. Buona lettura!
Qualche tempo fa, mentre guardavo distrattamente la tv, vidi comparire sullo schermo un’auto piuttosto bizzarra.
Era l’auto costruita da Bilal Ahmed, un insegnante di matematica di Srinagar, nel Kashmir. Ci ha impiegato 11 anni, pezzo dopo pezzo, fino a quando l’ha mostrata ad alcuni giornalisti a giugno 2022.
L’ha equipaggiata con pannelli solari in modo da renderla sostenibile, ma il suo sogno non era solo quello di realizzare un veicolo dalle basse emissioni. Voleva soprattutto che quell’auto “desse una sensazione di lusso alla gente". Come fosse una Ferrari o una Tesla per gente comune.
Ha le portiere che si aprono verso il cielo, per far sì che i pannelli solari siano orientati verso il sole, pur se non sfuggirà la somiglianza con la famosa DeLorean DMC-12 del film Ritorno al futuro (tuttora in circolazione).
Bilan non ha ricevuto alcun finanziamento, spendendo l’equivalente di circa 18.200€. Tutto fatto in casa, tanto che secondo lui se avesse avuto il sostegno necessario “forse sarei stato l'Elon Musk indiano".
In effetti nell’immaginario globale collettivo, se pensiamo ad un’auto elettrica, si fa fatica a non pensare a quelle Tesla tanto pubblicizzate dal suo patron Elon.
Il loro costo va dai 42.000€ per il Model 3 fino a sforare i 100.000€ (dati Quattroruote.it) per l’ammiraglia Model S, in bella vista sul sito della casa madre.
Forse si dovrebbe chiamare Tesla Model $?
Ma vediamo meglio come e dove sta andando il mondo dell’auto elettrica.
Un mercato in grande crescita
Proprio ieri l’IEA (International Energy Agency) ha pubblicato il suo report annuale che analizza i recenti sviluppi della mobilità elettrica in tutto il mondo, includendo nella categoria di Electric Vehicle (EV) sia le auto completamente elettriche che le ibride.
Nel 2022 sono state vendute in tutto il mondo più di 10 milioni di auto elettriche e nel 2023 le vendite dovrebbero crescere di un altro 35% per raggiungere le 14 milioni di unità.
La quota delle auto elettriche nel mercato automobilistico complessivo è passata da circa il 4% nel 2020 al 14% nel 2022 ed è destinata ad aumentare ulteriormente fino al 18% quest'anno, sulla base delle ultime proiezioni dell’agenzia.
Le auto si vendono soprattutto in grandi mercati come quelli della Cina e degli Stati Uniti, ma se dai volumi passiamo alle percentuali di auto vendute sul totale nazionale, a balzare in testa sono i paesi del Nord Europa come Norvegia (88%), Islanda (70%), Svezia (54%). Paesi che hanno iniziato la transizione verso l’elettrico già diversi anni fa. L’Italia in controtendenza, è passata invece dai 138.000 veicoli venduti nel 2021 ai 114.000 nel 2022.
La produzione rimane altamente concentrata, con la Cina che domina il commercio di batterie e componenti, pur se sia l’UE che gli USA stanno facendo degli sforzi per rafforzare le catene di approvvigionamento nazionali per veicoli elettrici, batterie e minerali.
E se alla fine inquinassero di più?
I veicoli elettrici sono spesso al centro delle discussioni su come ridurre le emissioni di CO₂, ma altrettanto spesso emerge il dubbio sulle emissioni che derivano dalla produzione ed uso di questi veicoli, compresa quindi l’estrazione di materie prime per la loro componentistica.
Sorge il dubbio quindi che sia altrettanto dannosi - se non peggiori - delle auto a benzina o diesel. Falso.
La risposta piuttosto netta arriva dal MIT - Lab e dal loro studio Carbon Counter, che calcola le emissioni di gas serra nell'intero ciclo di vita, compresa la produzione del veicolo e delle batterie e le catene di approvvigionamento delle materie prime.
Il grafico qui sotto mostra che le auto diesel e benzina (area grigia) emettono una quantità di CO₂ equivalente ben superiore a quelle ibride (area rosa) e a quelle a batteria elettrica (area gialla). I vari pallini indicano i vari modelli di auto, dalle più economiche alle più costose.
Le emissioni dei veicoli elettrici sono inferiori anche quando la batteria è prodotta in Paesi che dipendono fortemente dal carbone e vale indipendentemente dal fatto che si stia pensando di acquistare un'auto nuova o di seconda mano.
Man mano che il mondo abbandona le fonti non fossili e si sposta verso un'elettricità a basse emissioni di carbonio, le emissioni dei veicoli elettrici diminuiranno ulteriormente.
Oltre alla sostenibilità ambientale vanno però regolati e monitorati gli standard etici di chi estrae i minerali preziosi con cui vengono costruite le batterie. Si muovono in questa direzione le ultime direttive del Parlamento Europeo, volte proprio a definire nuove regole dell'UE per batterie più sostenibili ed etiche.
Le infrastrutture
L’acquisto e diffusione delle auto elettriche dovrebbe andare di pari passo anche con lo sviluppo delle infrastrutture, in particolare dei punti di ricarica delle auto elettriche. Ce ne sono abbastanza in giro?
Le statistiche dicono che a livello globale il numero medio di auto elettriche per punto di ricarica pubblico sono 9. In Italia siamo a 10, appena dentro i parametri delle direttive della UE che raccomandano proprio di non andare oltre questo numero.
Sono comunque calcoli difficili perché la reale disponibilità e comodità nella ricarica dipende dal contesto: dal numero di caricabatterie veloci presenti (1h invece che le 8 o 12h per quelli lenti), dalla disponibilità di garage sotto casa (più frequente negli USA, molto meno nelle grandi città europee dove si vive in piccoli appartamenti) o nei luoghi di lavoro.
Un passo avanti
Dopo questa carrellata di dati e statistiche, torniamo a vedere la realtà da un altro punto di vista.
Siamo abituati a concepire l’auto come la soluzione primaria per i nostri spostamenti. Lo facciamo ormai da decenni, i piani urbanistici e di viabilità delle città sono stati sempre più concepiti attorno alle auto, costruendo strade ed arterie sempre più grandi. L’idea era di ridurre il traffico, il risultato è stato l’opposto (il perché lo spiega bene il Paradosso Downs-Thomson).
Se la transizione da veicoli a benzina o diesel a veicoli elettrici rappresenta un primo passo verso l’abbassamento delle emissioni nocive, il vero passo avanti ci sarà quando le nostre città e la nostra cultura saranno maggiormente orientate a rimettere al centro le persone più che i veicoli ed in particolare i bambini.
Lo ha fatto, per ora virtualmente, il progetto VR95, cioè Realtà Virtuale a 95 cm, l’altezza media di un bambino di 3 anni.
Da quella prospettiva un bambino vede auto e traffico, rumore e inquinamento ovunque. Lo strumento, sviluppato da un’azienda che lavora alla progettazione e pianificazione delle città, mostra anche come apparirebbe la stessa città ora intasata dal traffico se fosse riprogettata pensando a quel bambino di 3 anni: marciapiedi più larghi, più aree verdi, velocità delle auto molto ridotte.
E’ per questo che si stanno moltiplicando i movimenti civici per città a misura di bambini. Possono sembrare solo esigenze per i più piccoli, in realtà sarebbero l’ambiente urbano ideale per tutti.
Sono stato ospite del podcast Verde Speranza di
con una puntata dedicata agli alberi, al Wood Wide Web (ne avevo scritto qui) e a quanto la natura possa ispirare il cambiamento. Puoi ascoltarla qui ⬇️👓 Spunti e appunti
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🎈E per finire in leggerezza…
Un alce è entrato in un cinema in Alaska, si è divorato una scatola di pop corn e poi è uscito come se nulla fosse. Che classe! Qui il video completo.
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