Il Wood Wide Web e la ricerca della felicità
👨🏻💻 Perbacco! #9 - Reti di funghi nelle foreste e quelle tra aziende orientate verso la sostenibilità
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Nel 1997 la ricercatrice canadese Suzanne Simard fece una scoperta strabiliante.
Studiava già da tempo le foreste, ma pian piano cominciò ad approfondire il funzionamento delle piante ed in particolare come queste comunicassero tra loro.
Oggetto della sua ricerca non fu la parte aerea delle foreste, il groviglio di piante e rami che siamo abituati a pensare e visualizzare subito nei boschi, ma l’apparato che si sviluppa sotto il terreno.
Simard scoprì che al di sotto degli alberi si estende un’incredibile rete di funghi (micorrize), lunga anche 100 Km nello spazio di pochi passi, che unisce tra loro gli alberi e costituisce una incredibile infrastruttura tecnica di comunicazione e trasferimento delle risorse naturali tra le diverse piante.
Con una felice intuizione la chiamò Wood Wide Web e finì sulla copertina di Nature.
Come funziona il Wood Wide Web
I funghi analizzati da Simard hanno ben poco a che vedere con i funghi che siamo abituati a vedere nei nostri boschi e sulle nostre pizze. Sono piuttosto dei filamenti (detti ife) che intrecciandosi formano questa rete sotterranea.
Essendo i funghi incapaci di fare fotosintesi, ma velocissimi a colonizzare il terreno con il loro micelio, si sono specializzati nel barattare acqua, minerali e altre sostanze chimiche in cambio di zuccheri e carbonio frutto della fotosintesi dalle piante.
Questi funghi si prestano anche a fare da messaggeri di allarme in caso di attacchi di parassiti. Le piante si difendono così a vicenda, comunicano pericoli imminenti in modo da rafforzarsi prima dell’attacco, come fosse un sistema di immunizzazione pubblico.
Le piante sono addirittura capaci di cure parentali e riconoscimento della propria prole, dovuta alla capacità degli alberi “madre” (hub) di riconoscere i propri simili, i figli cresciuti con i semi della stessa pianta madre o di suoi stretti parenti, a cui mandano un numero maggiore di sostanze nutrienti.
La similitudine con il World Wide Web, il sistema attraverso cui ci scambiano comunicazioni e contenuti su Internet, è stata evidente fin da subito. Possiamo però allungare lo sguardo anche verso i sistemi di aziende.
Reti e distretti di imprese
In ambito aziendale e industriale non mancano i modelli che richiamano il concetto di rete, a partire proprio dal contratto di rete, che consente alle aziende partecipanti di mettere in comune attività e risorse.
Un modello di sviluppo industriale, molto presente in Italia sin dagli anni settanta, è quello basato sui distretti. Sono costituiti da gruppi di imprese di una zona territoriale circoscritta che si specializzano e integrano fra loro nel processo produttivo, creando una rete di relazioni di carattere sia economico che sociale. Basta pensare ai distretti calzaturiero e della carta nelle Marche, della moda in Veneto, del lattiero-caseario nel parmense.
Un esempio ancora più evidente di quanto le reti di imprese possano funzionare in maniera molto simile ai meccanismi della natura è il concetto di simbiosi industriale. Coinvolge industrie localizzate in un certo ambito territoriale, tradizionalmente separate, per filiera e ambito produttivo, che fanno però rete per sfruttare strategie innovative per un uso più sostenibile delle risorse, scambiandosi materie, energia, acqua e sottoprodotti. Lo scopo è creare e condividere transazioni reciprocamente redditizie e migliorare i processi commerciali e tecnici.
Non è teoria astratta. Nella cittadina danese di Kalundborg, 16.000 abitanti - circa 100 km da Copenaghen, è realtà dal 1972.
Kalundborg Symbiosis è una partnership tra quattordici aziende pubbliche e private che ha sviluppato la prima simbiosi industriale al mondo con un approccio circolare alla produzione.
Il principio fondamentale è che un flusso di rifiuti in un'azienda diventa una risorsa in un'altra, a beneficio sia dell'ambiente che dell'economia. Tali enti fanno confluire in uno stesso sistema di condutture le acque di rifiuto, condividono le risorse termiche ed energetiche e promuovono la configurazione ecologica dell’ecosistema industriale stesso.
Grazie ai meccanismi di simbiosi industriale, a Kalundborg si risparmiano annualmente migliaia di tonnellate di risorse naturali in input e si evitano emissioni in atmosfera e produzione di rifiuti solidi pari a centinaia di migliaia di tonnellate annue.
Pur se la vicinanza geografica gioca un ruolo importante, l’aspetto determinante in questo modello è la pianificazione strategica e la volontà comune di sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalla condivisione.
Sfidare lo status quo
Come spiega Suzanne Simard nel suo TedTalk, quando presentò la sua scoperta alla comunità scientifica non andò tutto liscio. Ci furono critici e detrattori. Il problema era sfidare lo status quo, quello che si sapeva già e che veniva in qualche modo messo in discussione dalla nuova scoperta.
È un po’ quello che succede con i nuovi modelli di impresa. Per far breccia devono superare le resistenze, dimostrare che il cambiamento, pur se comporta una fase di assestamento, porta alla fine benefici di gran lunga superiori ai sacrifici e ad una maggiore sostenibilità nel lungo periodo. Economica, sociale ed ambientale.
La simbiosi industriale dimostra quanto possa essere proficuo adottare strategie innovative orientate alla sostenibilità e abbandonare modelli di impresa e di economia di carattere lineare.
Mentre scrivo queste righe mi torna in mente una citazione dal film Into the wild, scritto e diretto da Sean Penn e basato sulla storia vera di Christopher McCandless.
La felicità è reale solo quando condivisa.
Christopher fuggiva, oltre che da una famiglia non proprio ideale, da un modello di società in cui non si riconosceva più, che mostrava evidenti crepe, con le sue ipocrisie e i suoi falsi miti. Era il 1992. Dopo oltre 30 anni questi segnali sono ancora più evidenti.
Il funzionamento delle foreste ci indica la strada per superare confini, pregiudizi, intolleranze, estremismi, competizione per risorse sempre più scarse, per orientarci invece al dialogo, alla cooperazione e collaborazione, sia tra individui che tra aziende.
Ce ne gioveremmo noi, come cittadini e lavoratori, così come questo fantastico pianeta in cui siamo nati e che ci tiene in vita mentre cerchiamo la ricetta per la felicità.
👓 Spunti e appunti
Sai cos'è un logo audio? Pensa a quel colpo di tamburo che senti quando compare la schermata di caricamento di Netflix. Quello lì! Gli studi dimostrano che le persone possono ricordare certi suoni dopo averli sentiti anche solo due volte, perché il nostro cervello collega il suono a un'esperienza sensoriale. Webflow ti spiega in dettaglio come funzionano i logo audio.
Stella McCartney ha allestito la passerella della sua sfilata parigina all'interno di un centro equestre, circondata da cavalli grigi pezzati. L'intento era di "dimostrare che in una sfilata si possono mostrare gli animali in un modo diverso". La stilista ha sempre preferito materiali eco-sostenibili a quelli di origine animale, tanto da essere considerata un’ambientalista e attivista all'interno di un settore in cui il concetto di sostenibilità reale è ancora lontano dall’essere prevalente. (The Guardian)
É uscita la Forbes 30 Under 30 Europe list 2023. In copertina è finita l’attrice Simona Tabasco, ma tra “i giovani leader che promuovono il cambiamento in Europa” la rivista ha citato anche Alessandro Romano. Classe 1995, ha fondato Ittinsect, una startup che produce mangimi per pesci ad alta efficienza nutritiva secondo i dettami dell’economia circolare.
Solo 80.000 persone sulla Terra respirano aria pulita. Lo attesta il nuovo studio pubblicato su The Lancet. Le polveri sottili sono ovunque: l’0,18% della superficie terrestre è ancora incontaminata. Quasi quasi esco a fare una boccata
d’ariadi particolato. 😷 (La Svolta)
🎈E per finire in leggerezza…
Da queste parti parlo spesso di circolarità. E’ arrivato il momento di disegnare un cerchio come si deve sullo schermo con il solo ausilio delle tue dita o del tuo mouse!
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Ma che bello il concetto di simbiosi industriale che hanno messo in pratica a Kalundborg!