L'ottimismo è il sole della vita
👨🏻💻 Perbacco! #24 - Come porsi davanti alle sfide climatiche che dobbiamo affrontare. Ed un cenno ad Oppenheimer.
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco, consulente di strategia, marketing e comunicazione. Finite le ferie, Perbacco! torna con una ventata di ottimismo. Buona lettura!
Era un po’ che mancavo dai cinema. Ci sono tornato qualche giorno fa per vedere Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan.
Tralasciando gli aspetti più cinematografici o i giudizi sul film, uno degli elementi più evidenti della storia è senza dubbio l’interrogativo principale che si pone il protagonista rispetto agli sviluppi scientifici che porta avanti. La scoperta della bomba atomica è un bene o un male per l’umanità? Contribuirà all’ulteriore escalation verso armi sempre più distruttive e alla catastrofe globale? Quale futuro si prospetta per noi umani e cosa si può fare per mitigare i rischi di una guerra nucleare totale?
Un rischio per la sopravvivenza del genere umano da cui non siamo ancora sfuggiti e a cui si sono aggiunti quelli derivanti dalle biotecnologie, dall’Intelligenza Artificiale e quelli dovuti al cambiamento climatico.
Rischi che possono orientare verso il pessimismo per il nostro futuro, ma serve davvero essere pessimisti?
Pessimismo vs Ottimismo
Focalizziamoci su uno dei temi ricorrenti di questa newsletter - il cambiamento climatico - e partiamo da qualche dato che fa sempre bene per non perdere di vista elementi razionali.
Se guardiamo ad alcuni fenomeni su un arco temporale sufficientemente ampio da individuare i trend generali, possiamo notare che questi sono comunque favorevoli.
I prezzi dell'energia solare ed eolica e delle batterie per l'accumulo di energia a basso contenuto di carbonio sono crollati. La deforestazione globale ha raggiunto il suo picco decenni fa e sta lentamente diminuendo. Le vendite di nuove auto a gas e diesel sono in calo. L’uso del carbone si sta gradualmente riducendo. I decessi dovuti a disastri naturali sono una frazione di quelli di un tempo.
Il punto nodale però non è se il pessimismo sia accurato o meno, ma sul fatto che sia utile o dannoso.
Un quadro di riferimento
Per capire che tipo di pensiero guida il cambiamento positivo, mi rifaccio a quanto scritto da
su un articolo su Vox.Possiamo immaginare un quadro di riferimento dove consideriamo due fattori: il modo in cui le persone concepiscono il futuro e la loro capacità di plasmarlo.
Se lo riportiamo su due assi avremo da una parte il livello di ottimismo, che va dall'ottimismo al pessimismo. Le persone che pensano che il futuro sarà molto migliore si trovano ad un'estremità, mentre quelle che pensano che sarà molto peggiore si trovano all'altra.
Sull'altro asse abbiamo la modificabilità, cioè quanto le persone pensano che il futuro possa essere plasmato dalle decisioni che prendiamo oggi. Chi pensa che il mondo sia modificabile crede di avere la possibilità di plasmarlo, mentre chi pensa che sia immutabile crede che siamo su un percorso predeterminato e che cercare di plasmare il futuro sia inutile.
Otteniamo così una tabella con 4 quadranti.
Iniziamo dai pessimisti nel quadrante in basso a destra, quelli che pensano che il futuro non sia modificabile. Sono i veri condannati (“doomers” in inglese), dei pessimisti immutabili. La loro posizione è che siamo spacciati e non possiamo farci nulla. Hanno rinunciato a lottare per il cambiamento, paralizzati da alti livelli di ansia, perciò non agiscono in alcun modo.
Esiste un secondo tipo di pessimismo: quello che si trova nel quadrante in basso a sinistra, che è rassegnato a un futuro inevitabile, ma che pensa che piuttosto che non fare nulla, dobbiamo prepararci all'inevitabile. Sono i pessimisti mutevoli.
Questo gruppo è ansioso quanto i pessimisti immutabili, ma passano all’azione promuovendo soluzioni ambientali estreme e divisive, difficilmente raggiungibili. Un esempio possono essere le azioni polarizzanti e divisive di Extinction Rebellion e la richiesta a tutti i governi di ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2025.
Riduzione più che auspicabile nel più breve tempo possibile, ma che necessità del tempo necessario per cooperare a livello internazionale, tra governi e istituzioni di vario livello, aziende e ovviamente cittadini, al fine di operare la transizione necessaria.
Passiamo agli ottimisti. Gli ottimisti immutabili, quelli che si trovano nell'angolo in alto a destra del nostro grafico, sono un gruppo pericoloso. Partono dal presupposto che il mondo continuerà a migliorare, indipendentemente da quanto ci impegniamo per cambiarlo. Per loro l’uso di combustibili fossili non è un problema. Guardano al progresso storico e credono che continuerà, compiaciuti dai progressi compiuti negli ultimi due secoli nel campo dell'assistenza sanitaria, dell'energia, della tecnologia e dell'istruzione.
Eppure anche questi progressi non sono stati naturali o preordinati. C’è voluta l'azione deliberata di persone che non erano soddisfatte dello status quo, che si sono impegnati per trovare nuove soluzioni a problemi urgenti.
Siamo arrivati così agli ottimisti mutevoli, il gruppo formato da quelle persone che pensano che il futuro possa essere migliore se si fa qualcosa per cambiarlo.
Sono per esempio quei soggetti che operano nel campo delle scienze o dell’imprenditoria che lavorano per trovare soluzioni tecnologiche innovative per ridurre l’impatto ambientale, trovare nuovi materiali più efficienti, migliorare i processi, evitare gli sprechi.
Sono coloro che lavorano per educare le persone al rispetto del pianeta e dei diritti (due fattori sempre strettamente connessi), che spingono per politiche sostenibili, che cercano di dare visibilità a piccole e grandi innovazioni orientate alla sostenibilità.
Sono in definitiva le persone che collaborano insieme perché capiscono che un problema complesso come quello del cambiamento climatico ha bisogno di soluzioni pensate mettendo assieme molte forze per creare risposte condivise ed efficaci. (Proprio quell’approccio verso la collaborazione e condivisione che, con obiettivi totalmente diversi, portò al successo del progetto Manhattan diretto da Oppenheimer).
Gli ottimisti mutevoli non rifuggono dalle critiche allo status quo. Anzi, spesso ne sono i critici più accaniti. Spesso si confonde il pessimismo con il pensiero critico, che invece consente di prendere in esame una serie di soluzioni, scartare quelle sbagliate e trovare e affinare quelle più promettenti.
Come possiamo diventare più ottimisti
Il pessimismo è difficile da superare perché spesso ha permesso all’uomo di salvarsi la vita, individuando in anticipo le minacce. Non è però adatto a garantirci un futuro migliore nel contesto attuale.
Come si fa a diventare più ottimisti? Qualche suggerimento:
Adottare una prospettiva a lungo termine: considerare il progresso umano nel corso del tempo e riconoscere gli enormi miglioramenti che sono stati fatti.
Guardare ai cambiamenti nel tempo: non concentrarsi solo su istantanee del presente, ma osservare come le cose stanno cambiando nel corso del tempo. Prestare attenzione al ritmo del cambiamento. Piccole trasformazioni possono essere il preludio di cambiamenti più grandi.
Comprendere i problemi complessi: non focalizzarsi solo su singoli dati e metriche, ma cercare di avere una visione d’insieme. I fenomeni sono spesso interconnessi.
Evitare di immergersi eccessivamente nelle notizie per evitare di avere un quadro distorto del mondo. Basarsi invece sui dati e sulle informazioni affidabili per ottenere una visione più chiara della realtà.
Agire collettivamente: comprendere che il progresso richiede uno sforzo collettivo. Da soli non si va molto lontano.
Spaventare le persone per farle agire non funziona. Questo è vero non solo per il cambiamento climatico, l'inquinamento atmosferico e la perdita di biodiversità, ma per quasi tutte le questioni che possiamo pensare. Abbiamo bisogno di ottimismo per fare progressi, ma questo da solo non basta.
Per affrontare le crisi ambientali e rendere la vita migliore per tutti, abbiamo bisogno del giusto tipo di ottimisti: quelli che riconoscono che il mondo migliorerà solo se ci battiamo per esso.
Quel magnifico sole che ci tiene in vita tutti gli esseri viventi continuerà a bruciare ancora per 5 miliardi di anni. Abbastanza per guardare lontano con il dovuto ottimismo e fare la nostra parte per indirizzare l’evoluzione sulla strada giusta.
👓 Spunti e appunti
Dopo Barcellona e Montreal, anche Parigi non avrà più monopattini a noleggio.
Arrivare fino alla porta del proprio ufficio, pure se al 5° piano, senza mai scendere dalla bicicletta. Uno spazio di co-working decisamente pro-ciclistə.
Hai mai appeso un Arbre magique nella tua auto? E’ ora di provare la nuova essenza al “Profumo di coscienza”. Lo spot di Greenpeace che evidenzia l'emergenza forestale in Argentina.
Lego mette in vendita i mattoncini braille per imparare a leggere giocando. Non solo per chi ha problemi alla vista.
Stai alla larga dalle cannucce, anche quelle di carta.
Scoperte api mummificate del periodo dei faraoni, perfettamente conservate nei loro bozzoli per quasi 3.000 anni.
Ancora una scoperta: sette nuove specie di insetti foglia. Evidentemente si erano mimetizzate proprio per bene! 😀
🎈E per finire in leggerezza…
Il selfie involontario di questo orso polare a Svalbard, grazie a una fotocamera nascosta.
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Che puntata! La forma collaborativa è sempre la migliore per riuscire a trovare nuove soluzioni. Sezione 'Spunti e appunti' sempre di grande livello: la notizia sui mattoncini braille è meravigliosa.