Il colore verde della natura. Anzi dei dollari
👨🏻💻 Perbacco! #4 - Il cambiamento climatico negli annunci pubblicitari di Google tra tentennamenti e promesse
Ciao! Siamo al 4° numero di Perbacco!, la newsletter dedicata a sostenibilità, marketing e comunicazione nell’era del cambiamento climatico. Se non sei ancora iscritto, puoi farlo cliccando sul bottone qui sotto. Buona lettura!
Durante le vacanze natalizie, risistemando la mia libreria, mi sono ritrovato in mano un libro uscito nel 2006 dal titolo “Google e gli altri - Come hanno trasformato la nostra cultura e riscritto le regole del business”, di John Batelle. Me lo regalò a Natale di quell’anno Elena, una persona e un capo con qualità rare. (Elena è scomparsa esattamente 3 anni fa. Per quel che vale, questa puntata di Perbacco! è dedicata a lei).
Nella 4a di copertina si legge: “Questo libro racconta la storia del motore di ricerca più rivoluzionario sia per la tecnologia che per la fortuna che ha accompagnato l’azienda. Offre però anche un’ampia panoramica sugli altri motori di ricerca, da Yahoo a Lycos, Da AtaVista a Excite.”
Ai giorni nostri di quegli altri non ne è rimasta traccia, mentre Google ha una quota di mercato gigantesca a livello mondiale e ancor di più in Italia, con fatturati da capogiro.
Il cambiamento climatico nelle ricerche su Google
Qualche giorno fa il quotidiano inglese The Guardian ha titolato “Google let Daily Wire advertise on ‘climate change is a hoax’ searches” (tradotto in italiano: Google ha permesso al Daily Wire di fare pubblicità sulle ricerche "il cambiamento climatico è una bufala"). Daily Wire è una media company americana di stampo conservatore fondata dal commentatore politico Ben Shapiro, un personaggio conosciuto specie negli USA per le sue posizioni estreme su temi come l’aborto e i diritti LGBT, oltre che sul cambiamento climatico.
Questo articolo fa il paio con quello pubblicato poco più di un anno fa, quando lo stesso Guardian mise in luce gli sforzi di aziende tra i maggiori produttori al mondo di combustibili fossili come Shell, ExxonMobil, Aramco, per comparire tra i primi risultati di ricerca quando un utente cerca su Google termini come “fossil fuels” o “net zero”.
Eppure la stessa Google, tramite il suo CEO, Sundar Pichai, aveva annunciato una nuova policy nell'ottobre 2021 per vietare gli annunci che promuovono la negazione della crisi climatica, dichiarando:
“Quando le persone si rivolgono a Google Search con domande sul cambiamento climatico, mostreremo informazioni autorevoli provenienti da fonti come le Nazioni Unite”
Lo scorso anno l'azienda ha in effetti collaborato con le Nazioni Unite per fornire alle persone "pannelli informativi e immagini brevi e di facile comprensione sulle cause e gli effetti del cambiamento climatico" quando cercano l'argomento su Google. Ma evidentemente ci sono delle eccezioni.
Un portavoce di Google non ha contestato le nuove evidenze relative al Daily Wire, ma ha detto che:
"Quando troviamo contenuti che passano dal dibattito politico o dalla discussione di iniziative ecologiche alla promozione di una vera e propria negazione del cambiamento climatico, rimuoviamo quegli annunci"
In realtà lo stesso The Wire ha comprato annunci pubblicitari per comparire tra i primi posti per ricerche su Google come:
"il cambiamento climatico è una bufala"
"sfatare il cambiamento climatico"
"perché il cambiamento climatico è falso"
per far atterrare poi gli utenti su articoli intitolati ad esempio "Sfatare l'isteria da cambiamento climatico".
Considerando che la stragrande maggioranza dei clic su Google va ai risultati della prima pagina, l’effetto sull’opinione pubblica può essere determinante.
Lo spazio dato da Google a questi annunci è in notevole contrasto con i programmi sulla sostenibilità che la stessa Google ha dichiarato, tra cui quello di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2030.
Marketing e sostenibilità è un binomio spesso messo a dura prova.
C’è sempre un perché
Come suggerisce The Guardian forse il problema sta nei meandri delle policy di Google e nella linea sottile che separa il negazionismo climatico dalla necessità di dare libertà di espressione a tutti e favorire il dibattito pubblico sulle politiche climatiche.
O forse la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra.
Ma poi ho trovato questa intervista pubblicata qualche giorno fa dalla stessa Google in cui a rispondere alle domande di Forbes Italia è Vincenzo Riili, Senior Marketing Director di Google Italia. Ne estraggo un pezzo:
Domanda: Vincenzo, il marketing sta assumendo un ruolo sempre più centrale in termini di business. In particolare, come viene vista la figura del Chief Marketing Officer all’interno di un’azienda tech come Google?
Risposta: Il marketing è un centro di ricavi, non un centro di costi. […] Il branding, insieme a tutte le attività di marketing volte a cercare valore anche nel futuro, rimane importantissimo, ma il CMO ha anche il ruolo di ottenere risultati sul breve e medio periodo. Quindi è fondamentale che il CMO e il CFO giochino di squadra poiché hanno lo stesso obiettivo: da un lato garantire il valore dell’azienda nel lungo periodo e dall’altro cercare di ottenere risultati anche di medio o brevissimo termine.
La pressione sui risultati finanziari di brevissimo termine è spesso la peggior nemica di scelte alternative che portano ad una maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale, nel medio e lungo periodo, pur sacrificando qualcosa nell’immediato.
D’altronde la difficoltà nel far compiere azioni concrete a governi, aziende e persone per preservare la salute del nostro pianeta e dei suoi ospiti, sta proprio nel dover pensare nel lungo periodo, pur se ci sono già evidenti segnali anche nel presente.
Non è un problema solo di Google ovviamente. Anche il nostro quotidiano è fatto di piccole scelte e grandi cambiamenti, a lavoro come nella vita privata. Ma la transizione ormai è avviata. Ci sono come sempre i pionieri e i follower, ma sulla direzione da prendere non ci dovrebbero essere dubbi.
Nel frattempo si possono anche fare ricerche online e piantare alberi in tutto il mondo.🌲
👓 Spunti e appunti
Indovina un po’ qual è il sito più visitato al mondo? Un’infografica molto esplicativa di VisualCapitalist.com
Se vuoi ascoltare pillole giornaliere di ottimismo sull'ambiente e la lotta al cambiamento climatico, allora il podcast Verde speranza di Nicolas Lozito è il podcast che fa per te.
Shutterstock lancia un toolkit di intelligenza artificiale generativa per creare immagini sulla base di suggerimenti testuali in partnership con OpenAI. (TechCrunch)
Getty Images, uno dei maggiori competitor di Shutterstock, procede invece legalmente contro Stability AI perché ha copiato ed elaborato illegalmente milioni di immagini protette dal diritto d'autore. (Getty Images)
Di social account particolari se ne vedono molti in giro. Ma l'account ufficiale su Twitter dell'Associazione mondiale dei paletti dissuasori rimane tra i miei preferiti.
Se invece la tua passione sono i tombini, è appena uscito un bellissimo libro illustrato sui tombini italiani. (FrizziFrizzi via La Colazione dei Campioni)
🎈E per finire in leggerezza…
Una foto tratta da WEST, l’ultimo lavoro di Francesco Jodice, in mostra per la prima volta a Tolosa presso La Galerie le Château d’Eau.
“WEST – recita il comunicato stampa della mostra – racconta il sorgere e il declino dell’impero americano, in un arco di tempo che per l’autore dura 160 anni, dalla corsa all’oro con la scoperta della prima pepita d’oro il 2 gennaio del 1848, fino al fallimento della Lehman Brothers, il 15 settembre del 2008 e alla crisi finanziaria mondiale che ne derivò. Due momenti epocali accumunati da un unico protagonista: il denaro, generatore di una ricchezza immediata, opulenta e immeritata.”
Chi sono
Mi chiamo Antonio Di Bacco e sono un consulente di Marketing e Comunicazione che aiuta le aziende a crescere adottando soluzioni innovative e sostenibili nel tempo, anche per il nostro pianeta.
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