Altro che cinema!
👨🏻💻 Perbacco! #17 - La magia del cinema alle prese con il cambiamento climatico e un curioso aneddoto su Bono e Steve Jobs
Ciao! Io sono Antonio Di Bacco, consulente di marketing e comunicazione, e questa è Perbacco! - la newsletter dedicata a sostenibilità, marketing e comunicazione.
Dopo una settimana di pausa per impegni lavorativi eccoci con una nuova puntata. Nei giorni del festival di Cannes e dell’ennesima catastrofica alluvione, parliamo di cinema e cambiamento climatico. Ma prima un salto nello spazio.
Il 24 dicembre 1968, proprio alla vigilia di Natale, un semplice click cambiò per sempre la nostra percezione di Terrestri.
L’equipaggio dell’Apollo 8, aveva raggiunto per la prima volta nella storia l’orbita lunare e stava girando attorno alla Luna per la quarta volta quando successe qualcosa di inaspettato.
Il comandante della missione della NASA, Frank Borman, stava preparandosi alla rotazione della navicella come previsto dal piano di volo. I suoi colleghi Jim Lovell e Bill Anders erano attaccati alle finestre dell’Apollo 8, intenti a carpire i segreti della superficie lunare, scattando fotografie di quei crateri sconosciuti.
Proprio durante quella rotazione, Bill Anders si accorse di uno spettacolo inaspettato: la visione del pianeta Terra da oltre 380.000 km. Il comandante inizialmente dissuase Anders da scattare quella foto perché non prevista dai piani di volo, ma gli altri due, presi dall’eccitazione per quella visione inattesa, si scambiarono delle concitate battute fino a quando Anders non rassicurò Lovell che gli chiedeva insistentemente: “Sei proprio sicuro di averla scattata?”
Sul sito della NASA è possibile rivivere quei momenti guardando un breve filmato con le voci originali degli astronauti. Si percepisce ancora l’emozione del momento, sembra di essere lì con loro (lo trovi qua).
La foto passò alla storia come Earthrise e rappresentò una svolta epocale nel sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale ai temi dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente. Dimostrava che la Terra era una sfera molto vulnerabile nello spazio.
Di lì a poco nacquero i primi movimenti ambientalisti e si decise di istituire la Giornata della Terra che abbiamo celebrato qualche settimana fa.
La chimica delle storie
Il potere delle immagini sta nella semplificazione, in quelle poche frazioni di secondo capaci di cambiare la percezione di un fatto. Sta in questo la grandezza delle storie e nella capacità di raccontarle.
E’ una questione di chimica. Sostanze come l'ossitocina (che facilita la percezione delle emozioni), il cortisolo (che aiuta a mantenere i ricordi) e la dopamina (che contribuisce alla sensazione di piacere) sono attive nel nostro cervello quando ci viene raccontata una storia.
Lo sa bene il mondo del cinema, che contribuisce all’immaginario collettivo, con storie reali o fiction.
La scelta di trattare un tema invece che un altro, di caratterizzare il personaggio di una storia, i paesaggi e i prodotti che vi compaiono, hanno una grande influenza sulle persone. Temi una volta scomodi e ben poco presenti nelle sale cinematografiche come razzismo ed omofobia, sono entrati nel dibattito quotidiano e nella coscienza collettiva anche grazie al cinema.
E il cambiamento climatico?
Secondo alcuni esperti del settore e alcune analisi basate su dati, la crisi climatica è molto poco presente nelle sceneggiature di film e serie degli ultimi anni.
Ci sono certo pellicole di grande successo come Erin Brockovich - Forte come la verità o Wall-E, che ha come protagonista un robot che svolge con dedizione quello che è il suo lavoro da ormai settecento anni: accumulare e compattare i rifiuti.
Altri film dal tono apocalittico sono The Day After Tomorrow, Waterworld, Interstellar, Mad Max: Fury Road, ma sembrano più delle eccezioni che ritraggono un futuro lontano e non la quotidianità che ci troviamo davanti.
Eppure i cambiamenti climatici avvengono ora, intorno a noi, non altrove o nel futuro e purtroppo ne vediamo gli effetti anche in questi giorni.
Il rischio è che passata l’emergenza, ci si dimentichi del problema principale: fare di più per combattere il surriscaldamento globale.
Significa mettere in atto azioni e politiche concrete, ma anche il mondo della cultura ed in questo caso del cinema, può fare la sua parte.
Come dice la sceneggiatrice e produttrice Dorothy Fortenberry ai suoi colleghi, "se il clima non è nella vostra storia, è fantascienza".
Non è un problema di pubblico o una precisa volontà di chi le storie le scrive, che forse può sottovalutare il proprio ruolo nella società o avere poco tempo per approfondire tematiche scientifiche e spigolose.
Discutibile anche l’idea secondo cui le storie sul clima siano troppo deprimenti, noiose o politiche. Dipende sempre dal come, non dal cosa.
Più probabilmente la ragione sta nel meccanismo contorto di Hollywood e dell’industria dei Media in generale, dove tutti vogliono rischiare poco e fare l'ultima cosa di successo. Il che rende difficile il lavoro finché non arriva qualcosa effettivamente di successo.
Ed infatti qualcosa è cambiato con il trionfo di Don’t look up, film dove Leonardo Di Caprio, una delle personalità più attente a questi temi anche come produttore, mette in scena le frustrazioni di uno scienziato alle prese con un’emergenza planetaria in un mondo dei media abituato a scansare i problemi e ridurre tutto ad una battuta.
Non è sempre necessario far ricorso a storie di eroi o a scene apocalittiche. Potrebbe bastare l’inserimento nelle sceneggiature di personaggi che hanno una particolare attenzione al clima, narrazioni che includono possibili soluzioni all’emergenza climatica, trame e battute che richiamano anche solo indirettamente alcuni riferimenti al clima.
Nel primo episodio di Lupin, thriller di Netflix, la banda del famoso ladro sta mettendo a segno un colpo al Louvre, quando un agente di polizia si avvicina all’auto di un complice che è fermo fuori e gli dice di spegnere il motore e di "pensare al pianeta". L'autista, che ha ben altri pensieri, accetta felicemente.
Alcune iniziative di settore come Planet Placement e Rewrite the Future o veri e propri manuali come il Playbook della società di consulenza Good Energy, offrono proprio degli spunti per ovviare al problema.
Tra gli esempi più recenti c’è la serie Extrapolations - Oltre il limite (Apple TV), che esplora i profondi cambiamenti di vita che si rendono necessari quando il pianeta si evolve più rapidamente della sua popolazione. Durante la produzione si è cercato anche di ridurre al minimo le emissioni nocive, chiedendo ad esempio alle star di non prendere jet privati e preferire soluzioni più sostenibili.
In Italia è uscito a Settembre 2022 il film Siccità di Paolo Virzì, ambientato in una Roma dove non piove da oltre 3 anni.
Ha ricevuto un premio speciale collaterale della Mostra del cinema di Venezia, il Green Drop Award, che viene assegnato al film in gara che “meglio abbia interpretato i valori dell'ecologia e dello sviluppo sostenibile”.
Effetti concreti
Non è solo intrattenimento. Vari studi scientifici (come questo o questo) hanno dimostrato proprio l’effetto concreto che certe visioni provocano nelle persone.
Effetti che sono ben maggiori quando il messaggio che si da non è legato alla paura, che può provocare un senso di impotenza, ma alla speranza, che può invece più facilmente indurre al cambiamento.
Significa mostrare soluzioni più alla propria portata, come andare in bici e non in auto, avere una casa con pannelli solari o qualsiasi azione di positive engagement (coinvolgimento positivo).
Lo sapeva bene Steve Jobs
Bono, nel suo libro Surrender, uscito pochi mesi fa per Mondadori, racconta quando nel 2004 stava frequentando Steve Jobs per discutere dell’uscita dell’U2 I-Pod. L’eclettico capo di Apple ne approfittò per un suggerimento per la raccolta fondi per i malati di AIDS in Africa che la rockstar stava portando avanti in quel periodo.
Steve gli portò l’esempio di Magic Johnson, positivo all’HIV, ma in forma smagliante. Invece di indugiare su corpi e volti malmessi, gli suggerì di impostare la campagna evidenziando il prima e il dopo la cura con fotografie e filmati.
Uscì poco dopo un documentario intitolato The Lazarus Effect (visibile su YouTube), oltre ad un breve spot pubblicitario pieno zeppo di celebrità in cui si sottolinea quanto siano preziose due pillole dal costo irrisorio (per chi se le può permettere).
Dimostrare che si può fare qualcosa e contribuire a risolvere un problema, raccontando quelle storie che possono fare la differenza, che possono tenere alta l’attenzione verso i temi di importanza fondamentale, che toccano tutti noi.
A volte ci vuole un pizzico di audacia, come quella che ci mise Anders quando quel giorno scattò quella foto contravvenendo alle indicazione del piano di volo e del suo comandante.
Uno dei crateri che si vedono in Earthrise non a caso porta il suo nome: Anders' Earthrise.
👓 Spunti e appunti
Si può depositare la forma di una foglia di insalata? Pare proprio di sì. O almeno quest’azienda ci prova.
Una spugna composta da nanoparticelle che ripulisce l’acqua dai residui metallici. Per il rubinetto di casa o per utilizzi industriali.
Chiedilo a Giuseppe! Un tool di Intelligenza Artificiale che analizza la struttura molecolare di un piatto per farne una replica usando solo ingredienti di origine vegetale. Ask Giuseppe!
La nuova ricerca Meaningful Brands di Havas conferma che le persone sono stanche dei brand che fingono di voler aiutare la società quando vogliono solo fare profitti. Dovrebbero però anche essere capaci di soddisfare le esigenze individuali. E’ la ME-CONOMY.
Un falso trailer stravagante e visivamente sorprendente che reimmagina l'universo classico di Star Wars attraverso l'eccentrica lente di Wes Anderson: Galactic Menagerie.
La capacità di ingaggiare i propri lettori intrecciando interessi e passioni personali. La serendipità del buon giornalismo (e di Internet). Questa l’essenza dell’ultimo spot del New York Times.
Una guida completa per sfruttare al meglio i più popolari marketing tools.
🎈E per finire in leggerezza…
Una creazione di Janis Ozolins: Quando non puoi fare grandi cose, fai piccole cose in modo eccellente.
Se ti è piaciuta questa puntata, inoltrala a qualche collega o amicə. Puoi anche mettere un like ❤️, commentarla e condividere la puntata. Grazie!🙏
Per domande, suggerimenti o richieste di collaborazione, puoi rispondere a questa newsletter o mandarmi un messaggio di posta.
Chi sono
Mi chiamo Antonio Di Bacco e sono un consulente di Marketing e Comunicazione che aiuta le aziende a crescere adottando soluzioni innovative e sostenibili nel tempo, anche per il nostro pianeta. 🌍
Se vuoi rendere la tua azienda più sostenibile e comunicare meglio quello che fai, contattami.
Mi trovi anche qui: Il mio sito | LinkedIn | Instagram
Se ti sei perso le puntate precedenti puoi sempre consultare l’archivio. Se non vuoi perderti le prossime iscriviti con il bottone qui sotto.